TENDENZE, DESIGN E DISTRIBUZIONE

Alexander Lundin: la magia italiana di Proposte
Lui si chiama Alexander Lundin ed è un grande buyer del tessile d'arredamento. Davvero grande perché la sua azienda, Unico Interiors Decoration, che a giugno compie i trent'anni di attività, oltre che essere un importante produttore di mobili ed essere dotata di una struttura operativa in grado di vestire tutti gli interni di qualsiasi ambiente residenziale, contract o di hospitality, è importatore leader per tessuti e mobili italiani in tutta quella specie di sub-continente che è la Russia e i paesi limitrofi dell'area d'influenza dell'ex Unione Sovietica. Oltre a questo Alexander Lundin sarà, nel biennio 2020/2021, presidente dell'Associazione Russa Complementi e Tessuti del Mobile, la massima istituzione commerciale di comparto in quel paese. In sintesi parlare con lui significa parlare con il titolare dell'impresa d'interior decoration che vanta l'area geografica di attività più grande del mondo a cavallo tra Europa e Asia. Non potevamo farci scappare l'occasione di chiedergli un'opinione sul sistema fiere del settore, su come si muove il mercato dell'Est Europa - così importante per le nostre imprese - e su quali tendenze vede affermarsi nell'orizzonte breve.
Cominciamo subito a dire che il nostro interlocutore è l'interprete assoluto dello sconfinato amore che i russi provano per il design e l'arredamento italiano. La nostra produzione ha un vantaggio evidente sui competitors ma, attenzione - mette in guardia Lundin, - ciò significa anche che il Made in Italy deve dimostrare sempre di essere un gradino sopra gli altri, rimanendo costantemente nel campo dell'eccellenza. Un discorso che vale per i prodotti e le collezioni così come per le fiere. Lundin gira parecchie manifestazioni in tutto il mondo, ma l'appuntamento di Cernobbio è imprescindibile perché a Proposte ci si concentra solo sulla fascia alta delle collezioni e si costruisce appunto il campionario annuale d'offerta dell'eccellenza tessile. Non solo. Il nostro intervistato ci ha confermato di aver apprezzato molto la scelta di spostare la manifestazione a ridosso del Salone del Mobile: ciò permette di aggregare la visita tra i due mondi per lui molto vicini e di aver collocato temporalmente meglio la manifestazione, poiché già da maggio comincia il periodo di maggior attività per il mercato del mobile e della decorazione.
Ma quella che Lundin ha definito la "magia italiana di Proposte" soffre oggi della rapidità di un mercato che ha perso le tipiche cadenze di solo una decina di anni fa: ancora nella prima decade del 2000 si aveva la certezza, una volta costruita una collezione, di avere almeno sei mesi di respiro e originalità. Oggi è tutto diverso e quindi ancor di più la manifestazione italiana deve proteggere ed esaltare il suo valore e le sue scelte indiscusse in termini di aggregato esclusivo del gotha della produzione mondiale del comparto. Guai, a suo parere, a cedere su questo fronte.
Non poteva, visto l'argomento dominante dell'appuntamento tedesco, mancare un accenno alla questione "sostenibilità". Lundin ci ha spiegato che il mercato russo, da questo punto di vista, è un po' in ritardo: non c'è ancora una sensibilità diffusa sul tema e quindi le richieste sono ancora limitate, ma è un argomento che viene proposto in termini martellanti e quindi, a suo parere, rapidamente acquisirà visibilità e interesse.
Dal punto di vista dei trend estetici più gettonati nella sua area di business, il nostro ospite ci ha spiegato che le loro aree di operatività sono talmente ampie che diventa difficile identificare un trend preciso. Dalla grande villa privata all'hotel internazionale le preferenze estetiche si differenziano in modo radicale. Certamente il pubblico russo ha una spiccata predilezione per il tema classico e il decoro tessile importante e tradizionale, mentre nel mondo del mobile e del Contract le scelte sono più "tranquille" e internazionali: velluti monocolore morbidi e caldi e rivestimenti ad alto valore come pelli nabuk e tutto l'universo tessile che ruota attorno alla definizione Alcantara. Ovviamente molto è legato a quale fascia di prezzo ci stiamo riferendo. Ormai anche il pubblico russo comincia a stratificarsi: bisogna essere in grado di offrire alternative di costo differenti perché, se una volta solo la grande disponibilità economica permetteva di avvicinarsi a un gusto più occidentale - e, segnatamente, italiano - dell'arredo tessile, oggi anche fasce di consumo meno abbienti chiedono valide alternative. In sintesi tutto il mondo è paese, ma il cuore di Lundin rimane legato all'eccellenza e all'esclusività italiana...e alla "magia di Proposte".


MADE IN PROPOSTE

Block notes fotografico di Heimtextil 2020
25 immagini per 25 espositori che vedrete anche a Cernobbio, ad aprile. Un'anticipazione corposa su cosa presentano per questo anno appena iniziato i migliori produttori tessili del mondo e quali tendenze seguono dal punto di vista decorativo, estetico, materico e di performance tessili.

 

01 - Albert Guegain & Fils - Il tessitore ricamatore francese, oltre a una enorme disponibilità di motivi decorativi classici interpreta e propone il ricamo anche in chiave moderna e stimolante, dimostrando che una tecnica antica e tradizionale più essere perfettamente integrata li ambienti più moderni e rarefatti. Le tende illustrate sono in 75% cotone e 25% poliestere su un fondo in poliestere e realizzate con la tecnica del ricamo "soutache". Pesano circa 100 grammi al metro lineare.
02 - Baumann Dekor - Il tessitore austriaco dal 2019 ha spostato molto il focus sul cruising e le aspettative su questo nuovo territorio di lavoro sono alte. La novità 2020 che presenta è un tessuto jacquard per decorazione: si chiama Paradiso e appartiene alla collezione Bellezza. È in 100% poliestere FR (flame retardant), pesa 235 grammi al metro quadro, è in altezza cm 140 ed è disponibile in sette colori di cartella cromatica.
03 - Casalegno Tendaggi - il tendaggista italiano presenta in fiera una linea di tessuti in puro lino tinto in filo con 101 colori tutti pronti in pezza e in stock. Quindi un altissimo grado di servizio per una proposta tessile caratterizzata da un'altezza di cm 335 e un peso di 342 grammi al metro lineare. La linea è proposta con due versioni di finissaggio, tradizionale e mano morbida.
04 – Mario Cavelli - In uno stand dominato dl tema del riciclo, tra le novità del tendaggista brianzolo abbiamo scelto di fotografare la nuova collezione in puro lino ignifugo classe 1 realizzato con il trattamento naturale Coex. Sono lini tinti in filo e naturali, caratterizzati dalle tipiche lavorazioni di tessitura, evidenti e quasi tridimensionali, della fibra naturale. Pesi attorno ai 150 grammi al metro lineare e altezze attorno ai 300 centimetri.
05 - Crevin - Dal produttore catalano questo 2020 evidenzia un grande lavoro sulle nuances colore realizzate con mischie di filati multicolor su tessuti ad alta resistenza e abrasione, espressamente dedicati al mondo del mobile e caratterizzati da una trama unica e innovativa. Presentiamo quindi Ito, un bouclé da 100mila cicli Martindale, in altezza cm 140, in 71%poliestere, 20% polipropilene e 9% cotone.

 

06 - D'Etoffe - Si chiama Zolfo ed è una delle tante novità presentate dal tessitore toscano ad Heimtextil. È un velluto jacquard in 83% viscosa e 17% poliestere, con pile in viscosa, destinato al mercato Contract, pesa 790 grammi al metro lineare ed è tessuto in altezza cm 140.
07 - Manifattura Tessile di Nole M.T. - Nella vasta gamma di tessuti prodotti dal tessitore piemontese trovano, nel 2020, ampio spazio le collezioni legate al tema della Sostenibilità. Velluti e tessuti realizzati con cotoni organici certificati Gots e sovente usati in mischia con poliestere riciclati. Nell'immagine una serie di nuove proposte tutte giocate sul tema rosso e suoi dintorni.
08 - Güleser Tekstil - Per l'impresa tessile turca le principali parole d'ordine per le strategie di questi anni puntano su tessuti ad alto contenuto di fibre naturali e ad alto grado di riciclo. Per l'appuntamento di Francoforte abbiamo fotografato il tessuto Stenay, uno jacquard con un decoro geometrico in ciniglia in 52% cotone, 21% poliestere e 27% viscosa. Pesa 530 al metro quadro ed è in altezza cm 140.
09 - Imatex - Lo stand di Heimtextil del tessitore lombardo era quest'anno un vero e proprio inno al bouclè e a tutte le sue declinazioni. Tanta lana nei tessuti, spesso in mischia con lino nelle proposte più preziose o con l'acrilico per i tessuti più orientati al mondo Contract. Pesi molto variabili - dai 600 ai 1200 grammi al metro lineare - per tessuti che propongono d'interpretare il concetto di unito in modo diverso e originale.
10 - Francisco Jover - Molto attivo sul fronte della ricerca e della sostenibilità - produce da fonti rinnovabili, solare e gas, ¾ del proprio fabbisogno industriale riutilizzando anche i vapori generati - il tessitore spagnolo presenta un tessuto anti-elettrosmog denominato "Stop Radiation". Con un valore medio di assorbimento di 30db in un range di frequenze comprese tra 400Mhz e 3000Mhz aiuta a proteggersi dalle radiazioni schermando il campo elettromagnetico ad alta e bassa frequenza.

 

11 - Libeco - Il produttore belga, dopo un buon 2019, apre il 2020 insistendo sull'accento eco-sostenibile dei propri prodotti e processi. Il tessuto che presenta - dedicato alla decorazione e al light contract - è realizzato con una mischia fresca e performante di lino e poliammide.
12 - Martinelli Ginetto - L'universo dei "Pronti" del gruppo tessile della Val Seriana è vasto e in grado di rispondere alle esigenze di tanti profili di utilizzatore. Non è un caso che, a fianco di molte proposte tessili per la biancheria casa ci siano anche soluzioni perfette per il mondo del tendaggio. Cotoni e lini in mischia con lurex e poliestere per diversificare gli effetti di tessitura, le mani tessili e i pesi. Tutti i tessuti in altezza cm 300.
13 - Neutex Home Deco - Il produttore tedesco, oltre a essere una azienda completamente integrata e verticalizzata, è molto sensibile alle nuove tecnologie di comunicazione a contatto con la clientela. Nel 2019 ha sviluppato una app realizzata da hoc per fornire il proprio catalogo digitale ai clienti e facilitare ordini e scelte. Il tessuto che mette in evidenza si chiama Serenade e appartiene alla Spring Collection 2020. Serenade pesa 179 grammi al metro lineare, è declinato in 13 colori di cartella e in altezza cm 145.
14 - Parà - L'immagine a illustrazione delle novità presentate da Parà l'abbiamo dedicata a Myrto, una linea di tessuti a tecnica ratière smerigliato, tinta in pezza e realizzata in 57% cotone e 43% lino, pesa 420 grammi al metro quadro ed è in altezza cm 140.
15 - PIF - Da Casablanca il tessitore del Marocco propone un nuovo tessuto jacquard che va ad ampliare la sua offerta dedicata al mondo del Contract e, nello specifico, dell'antifiamma. Il tessuto, realizzato per l'Outdoor, è in 100% Trevira CS. La strategia dell'impresa marocchina nel 2019 si è orientata ad ampliare la propria attività nell'hotellerie e dell'hospitality in particolare in Cina. Una strategia che ha dato soddisfazione e che vorrebbero confermare nel 2020.

 

16 - Pozzi Arturo - Una serie di nuove ciniglie tinte in pezza dal tessitore lombardo. Da sinistra Stuart, in 51% viscosa e 49% cotone, al centro Beth to Basket, mischia di viscosa, poliestere e cotone per un geometrico jacquard e a destra Mamas, falso unito/rigato in 45% acrilico, 33% poliestere e 22% cotone. Pesi variabili tra 580 e gli 800 grammi al metro lineare e altezze intorno ai cm 140.
17 - J.A. Raymakers - Il tessitore olandese insiste sulla realizzazione di tessuti e velluti in prevalente materia naturale ma alte performance nell'ambito del Contract. Qui presenta un velluto in cotone (76%) e poliestere (24%) ad alte prestazioni: è antipiega, ad alta resistenza all'abrasione (35mila cicli Martindale) e flame retardant grazie a un trattamento di finissaggio con un appretto acrilico sul retro del tessuto.
18 - Redaelli Velluti a Division of Marzotto Lab - Dal brand tessile dell'universo Marzotto, una presenza in fiera scandita dal tema della Sostenibilità. Il processo più importante è Cinque Terre: tintura naturale realizzata con bio-polimeri che garantiscono performance e resistenze alla luce di altissima qualità. Una tecnologia completamente italiana.
19 - Sirio Tendaggi - Il tessitore lombardo lavora in stretto contatto con i suoi partner filatori e la tenda che illustriamo ne è una valida dimostrazione. Il filato infatti è realizzato ad hoc con la tecnica mouliné e la tessitura di questo tendaggio in lana (40%), lino (40%) e seta (20%) in trama risulta particolarmente delicata per la presenza di fili diversi (molteplici tensioni) in ordito. La tenda pesa 170 grammi al metro quadro ed è in altezza di cm 300.
20 - Spinelli Vincenzo - Nuove creazioni jacquard con una raffinata base di seta unita a cotone, viscosa e lurex, dedicate al mondo della decorazione e dell'imbottito, ma anche alla tappezzeria murale per i tessuti meno pesanti. Da una base di cartella colore che spazia tra le 12 e le 25 proposte, una serie di disegni coordinati con pesi variabili tra i 300 e i 350 grammi al metro lineare e altezze sempre in cm 140.

 

21 - Standfast & Barracks - Il produttore inglese, maestro indiscusso del tessuto stampato, viene da un 2019 chiuso con ottime performance ed è ottimista anche per l'anno appena inaugurato. Qui presenta una novità in stampa digitale: il motivo stampato si chiama Athena ed è un motivo ricco e pieno adatto anche a supporti piuttosto importanti e tessuti realizzati con trame evidenti.
22 - Manifatture Toscane Ta-Bru - Lo specialista toscano d'intrecci presenta alcune novità realizzate con fibra di cellulosa, totalmente naturale e perfettamente tingibile (nel caso di queste linee, tintura in pezza). Sono proposte che pesano tra i 400 e i 600 grammi metro lineare, sempre in altezza cm 140. In presenza d'intrecci di spessore variabile la lavorazione è accoppiata con cotoni organici a certificazione Gots.
23 - Torri Lana 1885 - Per il tessitore bergamasco presentiamo una selezione di tessuti molto pieni ma caratterizzati da una morbidezza straordinaria. Microbouclé realizzati con filati naturali - prevalentemente lana - con pesi variabili dai 600 ai 1200 grammi al metro lineare e con altezza di cm 140. Tessuti molto resistenti perfettamente adattabili al mercato residenziale o Contract.
24 - Dina-Vanelli Tekstil - Un classico intramontabile del segno grafico tessile: il pied de poule. Il tessitore turco lo interpreta piuttosto grande nel rapporto dimensionale sulla base di un tessuto composto dal 35% di fibra acrilica, il 30% di poliestere, il 20% di viscosa e il 15% di cotone. Un tessuto importante, da 825 grammi al metro lineare e altezza cm 140.
25 - Viganò - Tra le tantissime novità presentate dall'impresa lombarda abbiamo scelto una collezione nuova di zecca di tessuti in lana riciclata certificata GRS. Ce ne sono per ogni gusto: dalle tinte unite ai tessuti laminati, stampati digitali o trapuntati. Settanta colori uniti o mélange in cartella cromatica, pesi tra i 400 e i 500 grammi al metro lineare e altezze tra i 140 e i 150 centimetri.


PANORAMA MONDO TESSILE

Quel filato prossimo venturo

Parlando di tessuti si finisce, per forza, a parlare di fibre e filati. Parlando d'innovazione ed evoluzione nel tessile, succede la stessa cosa. Insomma la parte alta della filiera produttiva del nostro comparto (in questo caso arredamento o abbigliamento poco importa), quella dove si trova la materia prima o il più importante semilavorato dell'intero processo, in un modo o nell'altro è sempre protagonista della scena.
Legittima quindi la curiosità di capire a che punto è la produzione di filati, la ricerca sulle materie prime, siano esse naturali, artificiali o sintetiche e, soprattutto, verso cosa si orienta il futuro di questo mondo. Per fare ciò abbiamo chiesto l'autorevole opinione di una delle figure italiane più titolate e competenti proprio nell'ambito dello sviluppo e della ricerca nel tessile, Aldo Tempesti. Il manager, direttore dal 1998 del TexClubTec (Associazione Italiana del Tessile Tecnico), è oggi responsabile dell'area ricerca e innovazione di Sistema Moda Italia e Cluster Manager del Cluster Tecnologico nazionale "Made in Italy".

D. - Dott. Tempesti cominciamo a tracciare il quadro della situazione attuale in ordine a materie e filati...
R. - Per capire a che punto siamo, a livello mondiale, con la produzione e la ricerca sui filati, dobbiamo fare un passo indietro e ripercorrere brevemente la storia degli ultimi decenni nel comparto. Diciamo che negli anni '80 i grandi gruppi chimici erano dei veri colossi che dominavano e dettavano le regole al mercato. La Ricerca e Sviluppo di tali gruppi metteva a punto nuove materie prime, che venivano introdotte sul mercato che cercava di individuarne le possibili applicazioni. Poi, con la frammentazione di questi colossi, si è entrati in un periodo di caos che ha creato un certo disorientamento degli utilizzatori della filiera a valle che, dopo un necessario periodo di adattamento, sono diventati loro stessi motore di innovazione, indicando le linee di ricerca da sviluppare ai team dei produttori sulla base delle esigenze del mercato. Si è passati così dal classico "product oriented" a un più moderno "customer oriented". Un ciclo evolutivo che ha portato a una maggiore attenzione anche alle problematiche ambientali globali, in quanto i problemi sono diventati pressanti e urgenti, e gli stimoli arrivano "dal basso" e non sono calati esclusivamente dall'alto degli uffici marketing dei giganti dell’industria chimica.
Gli ultimi anni hanno visto la ricerca concentrarsi sempre più su tutto ciò che riguarda la sostenibilità, il riciclo e i processi di lavorazione ecocompatibili. Semplificando al massimo, se noi consideriamo il trinomio fibre naturali/artificiali/sintetiche come una linea retta con tre stop esattamente in quest'ordine, possiamo dire che la ricerca si orienta sempre più al centro per trovare una soluzione alle problematiche che si incontrano operando agli estremi. Quindi più fibre artificiali per limitare i problemi delle naturali e delle sintetiche. Questo in termini assolutamente generali, poi ci sono una miriade di precisazioni da fare.

D. - Quindi vuole dire, per esempio, che le fibre naturali non sono così virtuose come sembra?
R. - Ecco vede, c'è sempre bisogno di molte precisazioni quando si parla di questi argomenti. La questione non è se il cotone sia buono o cattivo. È ovvio che è buono, ma oggi sappiamo che la coltivazione di molte materie prime vegetali può creare, in relazione alle condizioni generali del pianeta, anche dei problemi. Non a caso la Commissione Europea all'interno del programma Horizon for Europe (2021-2027) finanzia moltissimi progetti di studio e ricerca sulla sostenibilità. Proprio sul cotone per esempio, tra pesticidi utilizzati, consumo d'acqua, grandi aree necessarie alla coltivazione, ci s'interroga su quali potrebbero essere materie naturali alternative meno impattanti per l'ecosistema. Allo stesso modo, nell'ambito delle sintetiche, c'è la questione dello smaltimento e dell'eventuale riuso e riciclo. Ma andiamo con ordine. Nella sfera delle fibre naturali si sta facendo grande sperimentazione su materie alternative al cotone, meno impattanti nella coltivazione da ogni punto di vista - quindi meno acqua e pesticidi - e, per ciò che riguarda noi europei, anche già presenti sui nostri territori nell'esperienza di coltura. Quindi lino e canapa. Non solo. La frammentazione dei grandi colossi che citavo prima, insieme all'evoluzione "4.0" delle imprese, ha permesso il fiorire, molto anche in Italia, di una serie d'interessantissime startup su progetti specifici di assoluto interesse: penso a una nuova impresa siciliana che lavora alla produzione di una fibra artificiale ottenuta dalle bucce delle arance, oppure a un'altra realtà, sempre del nostro Paese, che sta facendo ricerca avanzata sulla produzione di fibre dagli scarti della lavorazione del vino. Senza dimenticare chi si sta impegnando nel miglioramento del processo produttivo e delle applicazioni di fibre utilizzando come base piante infestanti, tipo l'ortica.

D. - Lei ha parlato di "Industria 4.0 e Digitalizzazione". Capitoli di cui si parla molto. Sono così importanti anche nel nostro settore?
R. - Sono fondamentali. La loro centralità deriva dal fatto che sono gli strumenti principali per dare gli strumenti a piccole e medie strutture a rispondere alle esigenze di un mercato ormai compresso nei quantitativi e nei tempi di consegna ma esteso nel ventaglio delle richieste e delle applicazioni.
Non solo. La digitalizzazione permette la nascita di piccole imprese che studiano e progettano processi interamente computerizzati - qualcosa che si potrebbe paragonare a una sorta di artigiano evoluto e moderno che usa le nuove tecnologie, - ma permette anche la programmazione dei processi produttivi delle grandi imprese verso lotti sempre più piccoli e diversificati di produzione. Penso, in questo caso, in primo luogo alla tintura. Poi c'è l'aspetto gestionale: il "4.0" consente un più facile adeguamento alle esigenze dell'economia circolare, e quindi del controllo degli scarti. In ultimo, la digitalizzazione dei processi produttivi, proprio perché permette di realizzare piccoli lotti di produzione rende all'impresa la necessaria flessibilità e rapidità per colloquiare facilmente col mondo del design. In poche parole "Industria 4.0 e Digitalizzazione" permettono la creazioni di nuovi modelli di business indispensabili per la sopravvivenza del tessile.

D. - Torniamo al futuro di fibre e filati. Ha parlato delle naturali: guardiamo ora a sintetiche e artificiali...
R. - Diciamo che in questo campo le parole d'ordine possono essere due: su filati in poliestere e poliammide si lavora sulla ricerca di bio polimeri che limitino l'uso di materie prime di fonti fossili in favore di rinnovabili, quindi possiamo dire che, anche in questo caso, ci si sposta dal sintetico all'artificiale. L'altra parola d'ordine è "riciclo": e questa la possiamo definire trasversale a tutte le fasi dei processi produttivi. La sfida è riutilizzare i prodotti a fine vita, quando di solito si fa "downgrading"e lo si butta via, creando invece "upgrading" e quindi una sua rinascita. Dal poliestere che, ripreso e trattato, e trasformato in un nuovo chip torna a essere un filato, alla polvere della lavorazione del marmo che si sta provando ad utilizzare per colorare le fibre. Rimanendo ancora in Italia cito un altro esempio: ci sono produttori di tende da sole che ritirano e riciclano gli scarti di produzione per crearne di nuove, limitando al massimo il peso del rifiuto tessile.

D. - Insomma lei ci disegna un futuro roseo e pieno d'investimenti e innovazione. È davvero così ottimista?
R. - Non è questione d'ottimismo. Lei mi ha chiesto dove va la ricerca per fibre e filati e io gliel'ho descritto. Poi vedremo cosa sarà davvero applicabile e cosa rimarrà un sogno nel cassetto. Le tendenze però sono assolutamente quelle che ho raccontato. Poi c'è un problema d'ineluttabilità: è indiscutibile e incontestabile il fatto che l'industria europea e quella italiana in particolare debbano rimanere all'avanguardia dei processi di produzione per fornire al mercato efficienza, soluzioni innovative e flessibilità. Solo così reggeranno la concorrenza mondiale. Altro fatto ineluttabile è che i problemi principali da risolvere per la filiera mondiale del tessile, a livello globale, sono la sostenibilità dei processi di coltivazione per le materie naturali, l'uso sempre minore di materie prime fossili (petrolio e suoi derivati, ndr), il riciclo e la gestione del rifiuto tessile. Questi sono temi imprescindibili e sono al centro dell’attenzione delle nostre attività di ricerca e innovazione sia come Sistema Moda Italia, che come Cluster Tecnologico "Made in Italy".


TENDENZE, DESIGN E DISTRIBUZIONE

"Mare textorum" ovvero: esiste il tessile Mediterraneo?

Proposte ha, nel suo DNA, la missione di essere l'esposizione selettiva e mondiale del tessuto d'arredamento e del tendaggio della miglior qualità. Possiamo, senza timor di smentite, dire che l'Italia è leader assoluta in questo segmento ma non è l'unico player esistente. Non a caso più di metà degli espositori della rassegna di Cernobbio provengono da altri paesi e, se ragioniamo in termini di produttori che per la loro provenienza si affacciano sulle rive del Mediterraneo scopriamo che siamo di fronte alla maggioranza di tutto il corpo espositivo. Dunque la domanda sorge spontanea: possiamo rintracciare un tratto comune, qualche segno di una storia condivisa, elementi di contiguità che si possono riferire a una tradizione tessile assolutamente millenaria e condivisa sulle varie sponde del "Mare Bianco di Mezzo" o "Mare Nostrum", come lo definivano gli arabi e i romani in antichità? Per provare a dare una risposta abbiamo posto alcune domande a Nabil Tazi, manager di PIF Textile, impresa tessile del Marocco, leader in quella nazione per il tessuto d'arredamento decorativo e da imbottito.

D. - Cominciamo da una breve storia della vostra azienda: siete un'azienda familiare, ma siete una tessitura di grandi dimensioni...
R. - Certamente. PIF Textile è leader in Marocco nella produzione di tessuti per imbottiti di lusso e di tessuti decorativi, ma non siamo solo una tessitura bensì un'industria verticale e completa. PIF è l’acronimo di "production", "imprints" e "finishing". La nostra azienda è stata fondata nel 1975 ed esporta in oltre 40 paesi in tutto il mondo. La nostra filosofia è basata su un design senza tempo per prodotti di fascia alta e su un servizio moderno ed efficiente: quindi assistenza pre e post vendita, alta capacità di fast sampling e un approccio sempre orientato al customer first. La nostra lunga tradizione familiare ci ha permesso di coltivare e mantenere relazioni di lungo periodo con i nostri clienti e questo è un valore molto prezioso che, unito alla forza del vasto inventario di filati e di prodotti che abbiamo ci rende un partner affidabile e costante per la clientela. La nostra integrazione verticale, con tintura in filo e in pezza e unità di finissaggio, oltre una capacità di tessitura di 120 telai, ci consente di rispondere a qualsiasi richiesta sia per il settore residenziale che per il settore contract. Possiamo garantire non soltanto la disponibilità di una gamma colori molto ampia, ma anche una qualità di livello superiore. Le nostre collezioni possono soddisfare richieste da ogni tipologia di cliente: dai produttori di mobili imbottiti, ai tessuti per la decorazione, al mondo dell'outdoor fino a quelli più tecnici e performanti per il mondo del Contract (per lo più ignifughi in Trevira CS).

D. - Quali tendenze, estetiche e cromatiche state preparando per la stagione 2020 di vendita?
R. - Noi esportiamo i nostri prodotti in tutto il mondo, e quindi diversifichiamo sempre le nostre qualità e gli stili delle creazioni tessili stili per soddisfare la più ampia gamma di clienti. Alcune delle nostre collezioni potrebbero essere definite Chic & Modern, con motivi decorativi eleganti e colori molto tenui, ideali per vestire interni lussuosi o palazzi e hotel sofisticati. Siamo molto attenti ai processi di tessitura e di finissaggio offrendo, anche della stessa proposta di tessuto, diverse qualità di filato (dalle fibre naturali fino alle proposte in Trevira CS per il Contract) per mostrare ai nostri clienti che in ogni versione, anche quelle più tecniche ignifughe, riusciamo a mantenere mani ed effetti simili al naturale. Poi ci sono altre linee di proposta più vivaci e trendy: con colori allegri e segni grafici e decorativi più caratterizzanti come i disegni etno-chic o l'impronta pop-modern.
Se passiamo al mondo dell'outdoor troviamo collezioni ovviamente molto tecniche e performanti (Trevira CS) con una vasta gamma di colori forti e solari, ideali per essere collocati in qualsiasi spazio all'aperto, su una nave da crociera o in un interno accogliente.
In sintesi però la nostra tradizione tessile è molto legata alla materia naturale. Non a caso abbiamo sviluppato molte linee tessili che rispondono all'esigenza di una dimensione industriale e commerciale responsabile attraverso l'utilizzo di materie riciclate (nel nostro caso il cotone).

D. - Si può dire che esiste un tessuto "Mediterraneo", ovvero uno stile, un filo conduttore decorativo tra i mondi tessili che storicamente si affacciano sulle rive di questo mare a cavallo tra Europa e Africa?
R. - L'area del Mediterraneo è stata, nel corso della storia, la culla della civiltà umana. La sua storia dell'arte è molto ricca e ha influenzato l'umanità fin dai primi anni. Un tessuto mediterraneo ha certamente una dimensione e un'autenticità plurale. Possiamo evocare così tante arti mediterranee: bizantina, romana, rinascimentale, greca, moresca, egiziana, iberica, eccetera. Tutte queste influenze sono state rappresentate attraverso tessuti domestici e decorazioni per interni. Possiamo semplicemente evocare l'impatto di alcune regioni o città del Mediterraneo sulla storia del tessile come Damasco, Toile de Jouy e tante altre. Quindi direi che certamente esiste un filo conduttore estetico tra queste tradizioni tessili. Ma c'è anche, per molte imprese, una sorta di genius loci, di capacità industriale e manuale che altri faticano ad avere nella sfera della produzione tessile.

D. - Della sterminata tradizione tessile e decorativa del mondo arabo quanto voi proponete e inserite nelle vostre collezione?
R. - Come azienda marocchina che è in contatto anche con il Medio Oriente, ogni tanto riceviamo richieste di riprodurre, attraverso la nostra sensibilità, un'interpretazione di alcuni documenti autentici che rappresentano figure geometriche arabe o mosaico "Zellige". È sempre un piacere vivere questo tipo di esperienze, per sentire la dimensione e l'impatto di una tradizione decorativa così ricca e gratificante.

D. - Da un punto di vista delle fibre e delle tecniche di tessitura, quali sono le vostre preferenze? E cosa vi chiede il compratore internazionale quando stabilisce un rapporto con voi?
R. - Il cuore della nostra azienda e della nostra attività sono la creatività e lo sviluppo del prodotto. La nostra lunga esperienza nel tessile per l'arredamento ci aiuta a tradurre le esigenze dei nostri clienti anche quando hanno aspettative molto elevate. È sempre una sfida gratificante riuscire a soddisfare le esigenze dei nostri clienti. Per ottenere questi successi è necessario però ascoltare attentamente le loro aspettative, comprendere e sentire il background culturale che esprimono e tradurlo in un prodotto che sarà apprezzato nel tempo. Tale processo richiede, tra i partner, una comprensione reciproca, fiducia e considerazione. Questa è la chiave del successo di qualsiasi relazione a lungo termine.

D. - Che opinione avete di Proposte e che ruolo secondo voi può svolgere sul piano del mercato globale?
R. - La personalità di Proposte è chiara e definita: è la mostra di tessili per la casa dell'élite tra i professionisti del mondo del nostro comparto. Il suo ruolo è quindi quello di mantenere il livello più alto possibile, selezionando le aziende di fascia alta in modo da rimanere come "evento di tendenza delle tendenze" in tutto il mondo.


TENDENZE, DESIGN E DISTRIBUZIONE

Tradizione tessile come valore globale

Nella storia e nelle tradizioni del tessile europeo ci sono molti paesi che possono rivendicare un ruolo importante e caratterizzato a fianco dell'Italia. In passato le manifatture tessili attraversavano tutto il nostro continente, ma col passare dei decenni - soprattutto nella seconda parte del '900 - molte nazioni hanno visto trasformare le loro realtà tessili da manifatturiere a commerciali e distributive. Chi, almeno in parte, ha resistito (oltre ovviamente al nostro Paese) è proprio il Belgio con la sua solida tradizione nel tessile e, in particolare, nell'arredamento. Chi, almeno una volta, può dire di non aver sentito citare il "tessuto delle Fiandre" o, ancor più semplicemente, la "fiandra" a indicare non una regione del Nord Europa ma proprio una tipologia di tessuto, per esempio per arredare una tavola importante?
Ci è parso quindi che partire proprio da una storica azienda liniera belga per iniziare la nostra esplorazione delle imprese e delle indicazioni di tendenza e mercato di questa importante parte del nostro continente, fosse il modo più giusto per dare spazio e voce a complessi manifatturieri di assoluto valore. Industrie, tessiture, famiglie tessili che non solo hanno storie e percorsi solidi alle spalle, ma hanno anche determinato lo stile e la tendenza dell'arredare tessile mondiale segnando modelli estetici molto precisi e di successo.
Eccoci allora trasferirci idealmente a metà strada tra Bruges e Bruxelles, dove sorge la Nelen & Delbeke, un’azienda storica del Belgio che dal 1923 porta avanti la tradizione dei filati delle Fiandre. Un'industria che si avvia a festeggiare il secolo di attività e che ha visto succedersi, in una gestione ancora oggi "familiare", tre generazioni di Nelen e quattro di Delbeke: praticamente una dinastia di assoluto valore - e quindi orgogliosamente presente a Cernobbio per Proposte e a Francoforte per Heimtextil - fondata sul lino.
Ciò che volevamo capire innanzitutto era quanto fossero simili o differenti tra le nostre imprese tessili e quelle del Nord Europa le dinamiche tipiche che competono l'attività di un'industria tessile: dalla creazione delle collezioni alla scelta delle tendenze, passando per l'approccio alla clientela globale e alla competizione sui mercati internazionali. In estrema sintesi: noi in Italia parliamo ed esibiamo in continuazione i concetti di "Made in Italy", ma fuori dei nostri confini, per le aziende manifatturiere di valore, si può parlare di "Made ...nel loro paese" o sono altre le leve di marketing che vengono utilizzate?
Diciamo subito che, nel caso della Nelen & Delbeke, i punti di contatto con l'attività delle nostre imprese sono molto più visibili delle differenze: tradizione, esperienza tessile, filati e materie pregiate, tessuti esclusivi, riferimenti storici. Insomma, facendo una battuta, se non fosse a Kruisem, la tessitura belga potrebbe tranquillamente essere in Brianza!
A Liesbeth Imschoot, che in Nelen & Delbeke lavora nell'area commerciale, abbiamo quindi posto un po' di domande per comprendere e inquadrare meglio la loro attività partendo proprio dalle questioni inerenti alle tendenze e ai prodotti.

D. - Quali sono le tendenze estetiche e materiali più importanti che proponete nella vostra prossima collezione?
R. - La nostra storia e la nostra specializzazione parla da sempre del lino come protagonista assoluto. Per questa ragione, al di là delle scelte estetiche e decorative e delle coloriture, è sempre la materia naturale, il modo di tesserla, la scelta dei filati e delle lavorazioni di tessitura e finissaggio a definire le indicazioni di tendenza. Anche quando usciamo dalla classicità del nostro lino delle Fiandre la nostra ricerca si concentra soprattutto sulla scoperta e sull'uso di filati strutturati di grande valore e ovviamente naturalità come la juta e la lana.

D. - Esiste ancora un profilo preciso e riconoscibile di "tessuto delle Fiandre" sul mercato o è una definizione ormai solo storica?
R. - Esiste eccome. Riceviamo, da questo punto di vista, moltissime richieste e desiderio di rassicurazione dai nostri clienti. È un valore aggiunto ancora importantissimo per il successo delle nostre collezioni e l'origine dei nostri filati è sempre una delle prime informazioni che la clientela va a verificare. Non solo. L'essere un'azienda che lavora ancora il lino delle Fiandre crea spessisimo motivi di contatto e di curiosità presso la clientela che non ci conosce e dà a loro l'opportunità di scoprire di più sull'origine e la storia della fibra naturale. Dunque per noi è la prima ragion d'essere: il lino è sempre cresciuto nelle Fiandre e noi siamo orgogliosi di lavorarlo.

D. - Voi proponete uno stile universale "Nelen & Delbeke" o adattate le collezioni alle esigenze di ciascun mercato in cui vi proponete?
R. - Diciamo che applichiamo entrambe le strategie. Partiamo dal presupposto che il lino ha un suo tipico aspetto e consistenza. Per esempio sappiamo tutti che è caldo in inverno e fresco d'estate, che la sua mano si esalta soprattutto con lavorazioni di tessitura evidenti. Perciò è chiaro che il profilo delle nostre collezioni ha una personalità unica e riconoscibile ovunque: Nelen & Delbeke è un tessitore liniero, ed è così in tutto il mondo. È altrettanto vero però che noi lavoriamo con grande attenzione sulle richieste della clientela, siamo disponibili a realizzare assolute personalizzazioni, anche su base esclusiva, delle collezioni prescelte e quindi, in questo caso, operiamo vere e proprie "localizzazioni" sul design e sulla composizione dei prodotti.

D. - Per la vostra azienda si avvicinano le celebrazioni per il centenario. Non avete mai abbandonato la vostra anima liniera ma in questi anni per caso è cambiato il rapporto del cliente con i materiali naturali?
R. - Se si riferisce alla fedeltà della clientela al tessuto in materia naturale posso dirle che è valsa in tutti questi anni e vale tutt'ora. La nostra è una clientela fidelizzata e fedele. Cambiano le generazioni ma la familiarità verso il tessuto di lino e l'affidabilità che garantiamo come impresa sono valori che rimangono. C'è una forte componente tradizionale in tutto ciò. È ovvio che però non possiamo basarci solo sulla conservazione della clientela, dobbiamo sempre proporre innovazione per attrarre nuovi clienti e nuove generazioni. Ecco allora che la ricerca si orienta a trovare nuovi filati - per esempio stiamo facendo grande ricerca sulla testurizzazione e conseguenti lavorazioni di tessitura, - nuovi processi di nobilitazione e rifiniture per aggiungere stimoli e dare valori innovativi alle proposte. In poche parole, la qualità è il valore costante ed è ciò che fa tornare il cliente, mentre le collezioni si ampliano ed evolvono e suscitano curiosità. Credo proprio che questa sia la ragione per la quale stiamo crescendo particolarmente nell'area dei produttori di mobili.

D. - Jacquard, operati, falsi uniti o tessuti piani monocolore: cosa richiedono di più i vostri mercati di riferimento?
R. - Storicamente i tessuti caratterizzati da una certa semplicità sono quelli che meglio si adattano al lino come materia protagonista e infatti sono da sempre i nostri campioni di vendite. Ciò non toglie che la nostra anima di tessitori ci ha dato una grande esperienza anche nello jacquard e quindi in collezione ci sono anche proposte fortemente decorative con grandi rapporti di disegno, piccoli decori all over o i più classici tessuti operati realizzati su telai piani.

D. - La variabile prezzo, per la fascia di mercato a cui fate riferimento, è una variabile che assume sempre più peso?
R. - Sono cosciente che oggi il prezzo, sul mercato mondiale, è una variabile sempre più importante che può determinare da sola il successo o il fallimento di business anche consolidati. Tuttavia tutta la nostra clientela sa che noi siamo linieri e quindi legati a una fibra che cresce in natura e il cui prezzo è soggetto alle qualità e quantità del raccolto di ogni anno. Di conseguenza il prezzo finale del tessuto lo determiniamo noi solo in parte e non può essere considerato un discrimine assoluto. Questo fattore limita in parte la nostra attività ma, a dir la verità, in qualche modo anche la protegge, perché qualsiasi cliente che conosce questa realtà non può ignorarla. Non a caso il mercato verso il quale puntiamo per una crescita importante è un mercato ricco e ad alta disponibilità economica, quello americano.


MADE IN PROPOSTE

Prima del report dalla Germania, ancora qualche anticipazione 2020...

In attesa del comunicato finale che farà sintesi di questa 50esima edizione di Heimtextil, per poi redigere il nostro report sulla manifestazione, sugli espositori e sulle collezioni viste, diamo ancora spazio alle imprese che ci hanno indicato le loro tendenze attraverso le anticipazioni di collezione per questo anno appena iniziato. In questo servizio abbiamo fotografato nuove creazioni dell'italiana Lodetex, dell'indiana G.M. Syntex e del tessitore turco Vanelli. Tre imprese lontanissime tra loro in termini geografici ma che danno il segno di quanto Proposte sia davvero la sintesi mondiale del top in termini di tessuti e tendaggi per l'arredamento. Ed è questo il vero successo di questo evento: senza anticipare nulla, posso dire di aver ascoltato alcuni pareri di visitatori illustri sia di Heimtextil che di Proposte e l'opinione che la mostra di Cernobbio sia davvero la sintesi di massimo valore della produzione mondiale del tessile casa non è diffusa, è unanime.

Detto ciò veniamo a raccontare ciò che illustriamo anche nelle immagini. Cominciamo con le creazioni di Lodetex. L'impresa della provincia di Varese, nella realizzazione delle nuove collezioni 2020, ha voluto rispondere alla crescente richiesta della sua clientela, Contract e residenziale, di tessuti che rispettino l’ambiente. In quest’ottica ha investito ingenti risorse nella ricerca di materie prime “green” (antimony free, recycled, eccetera) e di processi produttivi sempre più incentrati sul tema del risparmio energetico. Nello stesso solco strategico si è concentrata sulla ricerca di prodotti per la tintura e il finissaggio con il più basso impatto ambientale possibile. Tutto ciò partendo dalla considerazione che i concetti di sostenibilità sono oramai considerati centrali e che, da qui ai prossimi 5 anni, saranno sempre più importanti. Ma non è solo una questione di sostenibilità dei processi produttivi: l'aspetto sul quale Lodetex sta lavorando con grande attenzione è quello che permetterà di riciclare i prodotti alla fine della loro vita (cradle to cradle).
In tema di tendenze l'impresa opera delle scelte calibrate e distinte: per le collezioni dedicate al mondo Contract le scelte estetiche e coloristiche ricadono su tonalità blu indaco e colori intensi che integrano i toni più neutri e classici, mentre quando si guarda alle linee sviluppate pensando all’editoria tessile e al settore dell’home interior le coloriture si fanno più tenui, partendo dai bianchi, dai beige per arrivare ai toni più sofisticati come il cipria, mauve e classic blue. In generale la ricerca di filati ed armature di Lodetex è stata rivolta all’ottenimento di tessuti innovativi, con un'attenzione specifica alle mani e agli aspetti più particolari: armature e materiali che garantiscono effetti tridimensionali, cimature inusuali per ottenere nuove trasparenze e finissaggi capaci di creare goffrature morbide e sensazioni di benessere. A illustrare tali indicazioni abbiamo fotografato due novità: il tessuto da tendaggio Star Light White, in 100% Trevira CS (in altezza cm 310), caratterizzato da una lavorazione jacquard con un delicato tratteggio verticale su una base di garza leggera e il tessuto Est 3, sempre in Trevira CS, uno jacquard decisamente più pesante, indicato per la decorazione (altezza cm 320), con un complesso disegno astratto e nuances di colore che si alternano a piccole campiture di bianco.

Dalla provincia di Varese, compiamo un lungo ipotetico viaggio e sbarchiamo in India, dalle parti della G.M. Syntex, una grande tessitura che, in poco più di vent'anni (dalla produzione di collezioni d'abbigliamento femminili, solo nel 1999, passò al tessuto d'arredamento per la casa) è diventato uno dei protagonisti della scena tessile internazionale, con una potente struttura verticalizzata forte di oltre 300 telai e duemila dipendenti. Le tendenze, i veri e propri mood, per le collezioni 2020 di G.M. Syntex si concentrano sulla morbidezza dei toni e sulla Natura come elemento di richiamo e di legame tra le varie proposte decorative: le parole chiave della collezione sono semplicità e artigianalità, alla ricerca di un contatto immediato e istintivo, tattile e visivo col tessuto attraverso tematiche floreali, trame naturali, decori animali e astratti. I colori giocano con tonalità di bianco, caramello e beige, a cui si aggiungono le declinazioni dei terracotta e dei marroni. In genere tinte calde coniugate, talvolta, con grigi morbidi.

A sostegno di tali tesi abbiamo fotografato due tessuti: il primo si chiama "Cosa" ed è uno jacquard in 54% cotone e 46% lana rigenerata, dedicato alla decorazione e realizzato in altezza cm 140, con un delicato motivo floreale/tropicale su un fondo unito, disponibile in varie declinazioni cromatiche morbide. Il secondo è "Chico": un tessuto realizzato su una base di lino e viscosa (in altezza cm 140) con un ricamo all over in cotone ed effetto complessivo délavé. Una creazione a lavorazione piuttosto evidente e tridimensionale con un gradevolissimo effetto finale.

Qualche migliaio di chilometri a ritroso e ci fermiamo in Turchia, a Bursa per la precisione, dove troviamo un'altra grande protagonista internazionale del tessuto per arredamento, Vanelli. Ancora un'industria verticalizzata che tratta il tessile dal filato, passando per la tessitura e producendo collezioni per ogni genere di applicazione, dal residenziale fino al Contract con collezioni anche ignifughe in Trevira CS (è membro "Gold" del Club Trevira Cs fin dalla sua creazione). Anche del grande produttore turco abbiamo fotografato due tessuti: il primo è una trama larga per un tendaggio di medio peso - qui illustrato in bianco - realizzato per il 65% da fibra proteica rigenerata e dal 35% di poliestere riciclato FR. Il tessuto pesa 790 gr al metro lineare ed è disponibile in altezza cm 300; il secondo tessuto, più pesante e coprente (955 grammi al metro lineare), è uno jacquard realizzato con una composizione complessa - 70% poliestere, 25% lino, 4% viscosa, 1% clorofibra - il risultato è un tessuto con una mano molto morbida e avvolgente, con una lavorazione a rigatura verticale "legata" da fili orizzontali che richiama la tessitura manuale tradizionale. Un effetto artigianale supportato anche da colori naturali e grezzi.


PANORAMA MONDO TESSILE

Tessile sostenibile? Si può fare!

Il grosso rischio, parlando di sostenibilità, è quello di essere tutti appassionati ed emotivamente coinvolti ma poi di rimanere nell'ambito astratto dei concetti, senza riscontri concreti e quotidiani se non quelli dei macroeventi, quasi sempre climatici, che ci colpiscono. Tutto questo provoca una sorta di confinamento nell'astrazione delle problematiche d'impatto ambientale, nonostante sia molto facile, nella quotidianità di ciascuno di noi, renderci conto di quanto sia terribile e concreto il problema. Lasciando perdere le immagini da "disaster movie" di una Pechino arancione d'inquinamento atmosferico, basta guardare quanta plastica utilizziamo "monouso" ogni giorno con i semplici gesti della quotidianità per rendersi conto che siamo di fronte a una questione vitale.

Allo stesso modo, nel nostro mondo produttivo, diciamo la verità, si parla molto di sostenibilità, ma se ne discute quasi fosse un fastidioso obbligo a cui ottemperare nella costruzione di qualsiasi collezione da offrire alla clientela. Costoso e faticoso, da prevedere, ma più per rimanere sul mercato concorrendo con gli altri, piuttosto che per...continuare a respirare!

Ciò avviene, per esempio nel campo della manifattura tessile, a mio parere, più che altro per mancanza d'informazioni, ovvero per la non conoscenza dei veri numeri d'impatto ambientale della produzione quotidiana delle aziende del settore. I macronumeri, ancora una volta, non servono: dire che il tessile mondiale è, nella scala delle filiere che producono impatto ambientale,seconda in classifica, non serve a nulla anche perché, di fatto, la manifattura tessile veste e riveste miliardi di persone, di case, di automobili, eccetera. Sostenibilità diventa così più argomento di marketing di assoluta priorità.

Bisogna dare atto a Confindustria Moda e a Sistema Moda Italia di averci messo "la faccia" sull'argomento e, col convegno del 4 ottobre scorso a Milano, durante il quale sono stati presentati i due sistemi di misurazione dell’impronta ambientale di un prodotto/processo. PEF (Product Environmental Footprint, Impronta Ambientale di Prodotto) e OEF (Organization Environmental Footprint, Impronta Ambientale di un’Organizzazione), di aver affrontato l'argomento con la dovuta attenzione. Merito primario di tale sforzo va riconosciuto alla Commissione sostenibilità di SMI, presieduta da Andrea Crespi, presidente del comitato Sostenibilità di SMI e direttore generale di Eurojersey. L'impresa lombarda è fra i leader mondiale nella produzione di tessuti tecnici indemagliabili ma, soprattutto, è l'azienda che per prima nel settore tessile, nel 2007, ha cominciato ad affrontare l'argomento dell'impatto ambientale d'impresa. Rappresenta quindi un "case history" da leggere con particolare attenzione, sia per le aziende per capire cosa significa dedicarsi a un progetto del genere, sia per la clientela per acquisire la necessaria coscienza dello sforzo profuso dal produttore che si impegna a misurare la sostenibilità. I numeri, dunque, potrebbero sembrare noiosi, ma in questo caso sono il modo migliore per dare un senso reale - fuori dalle declaratorie di marketing - a un complesso progettuale davvero più sostenibile.

Eurojersey ha impostato un modello industriale unico e virtuoso in grado di promuovere un insieme di pratiche e tecnologie per ridurre l’uso di acqua, energia, prodotti chimici e rifiuti. Attenta all’ambiente grazie a una filiera produttiva a ciclo verticalizzato completamente Made in Italy, riesce a tenere sotto controllo l’intero processo produttivo e a monitorare costantemente i risultati del suo impegno nei confronti dell’ambiente.

Ovvio che un progetto così efficace può ottenere il massimo dei risultati solo in presenza di una gestione verticale dei vari processi di produzione. Una condizione che, nel settore dell'arredamento, raramente si verifica poiché la filiera è sempre più organizzata sulla base di rete d'imprese specializzate. Ciò tuttavia conta poco perché quello che ci interessa mettere in evidenza è proprio quanto un modello industriale virtuoso, in realtà, non porti solo dei vantaggi dal punto di vista del rispetto ambientale - e, a voler essere cinici, dal punto di vista del famoso marketing - ma concreti risparmi sul fronte dei costi, con un evidente miglioramento del conto economico.

E allora andiamo a vederli un po' questi numeri che sono il frutto dello studio che ha portato l'impresa lombarda a certificare la propria impronta ambientale con la PEF (Product Environmental Footprint), con l'attestato PEF 010/19 conferito da Certiquality ad aprile di quest'anno.

Nella "mission" dell'impresa stanno due parole d'ordine chiare che diventano concetti base di questo progetto: prima di tutto "riutilizzo", termine chiave del risparmio idrico che nell'ultimo anno ha permesso di recuperare ben 30 milioni di litri acqua nel proprio processo produttivo con un risparmio energetico di oltre 200 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio). Inoltre, grazie agli ultimi interventi di efficientamento, l'azienda ha ridotto i consumi di gas metano di circa 350.000 metri cubi corrispondenti a meno 700 tonnellate di CO2. E poi "massiccia riduzione degli sprechi", ovvero riduzione degli scarti di lavorazione, ottimizzazione dei metodi di tintura e di stampa oltre a una gestione attenta del packaging. Tutto ciò ha contribuito a realizzare risultati importanti come il risparmio ogni anno di 4.000 metri di cellophane e 9.000 tubi di cartone da imballaggio.

Con la PEF, istituita nel 2013 dal Joint Research Centre (JRC) dell’Unione Europea come raccomandazione per tutte le aziende europee, Eurojersey attesta l'impronta ambientale sull’intero ciclo produttivo misurando 16 indicatori fra cui: la quantità di energia consumata per alimentare i processi produttivi, l'impronta di carbonio, l'impronta idrica, l'ecotossicità, l'eurtrofizzazione delle acque dolci e marine, l’acidificazione e la tossicità umana.

Valutando l’impronta idrica, che determina l’impoverimento delle risorse di acqua da attività umane svolte in un determinato territorio, su un metro quadro di tessuto tinto l'impatto ambientale di Eurojersey è risultato pari a 1,3 - 4,1 metri cubi di acqua mentre per la stampa il range è stato di 3,01 - 15,42 metri cubi di acqua. Considerando che l’impronta determinata da una bottiglia di 0,75 lt di vino fermo è pari a 1,27 metri cubi di acqua, il suo impatto risulta paragonabile quindi all’impronta ambientale di un metro quadro di tessuto. L’impronta di anidride carbonica che misura le emissioni di gas a effetto serra responsabili del cambiamento climatico ha dimostrato che un metro quadro di tessuto tinto ha prodotto un impatto sull'ambiente da 1,01 a 2,77 kg di CO2eq, mentre un metro quadro di tessuto stampato da 1,43 a 6,71 kg di CO2eq. L‘impronta di un kg di pasta è pari a 2,11 kg di CO2eq. L’impronta energetica di Eurojersey ha messo in luce che un metro quadro di tessuto tinto ha prodotto da 17,28 a 47,07 MJ, mentre il tessuto stampato da 23,69 a 112,82 MJ. Tale impatto è confrontabile con quello associato ad un’automobile Euro 5 che percorre 10 km pari a 49,1 MJ.

Quale è il costo ambientale che si nasconde dietro il valore economico di un prodotto? Eurojersey ha calcolato il valore in euro prendendo in considerazione i danni dovuti dalle emissioni di anidride carbonica lungo il ciclo di vita pari a circa 0,30 euro per un metro quadro di tessuto tinto e a circa 0,70 euro per un metro quadro di tessuto stampato. Tali costi sono stati calcolati utilizzando il fattore economico previsto dall’EPA (United States Environmental Protection Agency. Technical Support Document: Technical Update of the Social Cost of Carbon for Regulatory Impact Analysis- Aprile 2016).

Ecco qui, abbiamo cercato di rendere il ragionamento sulla sostenibilità concreto e reale. La coscienza che la filiera tessile ha un suo impatto, e questo può essere ridotto, può diventare il valore per le scelte del futuro della clientela: perché la variabile prezzo potrà anche essere importante ma, con la giusta dose di retorica e di orgoglio, far bene al pianeta coinvolge tutti e noi italiani possiamo essere all'avanguardia di tali comportamenti virtuosi dimostrandoci, ancora una volta, collocati nell'ambito dell'eccellenza. Come dice Andrea Crespi:« Misurare le performance ambientali di tutto il ciclo produttivo, e agire di conseguenza nel miglioramento di questo, oggi rappresenta un asset strategico per le nostre aziende della filiera italiana e un vantaggio competitivo anche nel mercato del tessile internazionale».

IL NOSTRO PROCESSO SOSTENIBILE (file .PDF)


MADE IN PROPOSTE

Un primo sguardo alle anticipazioni del 2020: i tessuti che verranno...

Che facile - ma che monotono - sarebbe se, ogni anno, in sede di analisi delle anticipazioni di collezione avessimo un tema univoco, semplice da individuare e da illustrare. Non è un caso che, in realtà, le famose "tendenze", al di là della obbligata poesia che deve giustificare l'impegno, da anni ormai non siano nient'altro che la riproposizione a carte mischiate di tutti i colori principali, semplicemente aggregati in insiemi diversi e con titoli fantasiosi. Attenzione però: il dire "tutti fanno tutto" è una lettura semplicistica e superficiale. Più giusto dire: "in fiera si può trovare tutto" perché la declinazione dell'offerta è talmente ampia da offrire più o meno tutte le soluzioni estetiche, materiche, d'ispirazione stilistica e decorativa possibili. Ma all'interno di questa ampia gamma di soluzioni si cela - e neanche tanto - l'estrema specializzazione di ciascuna impresa, sia essa (la specializzazione) voluta per questioni di strategia di mercato, storia e caratteristiche aziendali o altro. Ci sono tessitori o tendaggisti che cercano ancora di coprire ogni segmento, anche piccolo, delle richieste della clientela, nella speranza di essere sempre più punto di riferimento del buyer stesso, in una logica più di partner che di semplice fornitore, ma l'evoluzione del business appare sempre più come sintesi delle due tendenze: essere sì più partner ma partendo da una sempre maggiore specializzazione e quindi specifica affidabilità.

E proprio questo sembra essere il comportamento più diffuso tra le imprese che partecipano a Proposte anche perché, tra i pareri che abbiamo raccolto, sono pochi che credono alla possibilità - nel brevissimo - di aprire nuovi mercati, mentre tutti optano per un periodo di consolidamento, di rafforzamento dei rapporti già esistenti: quindi più intelligente dedicarsi a fare meglio quello che già si sa fare bene.

S'investe in ricerca sulla materie compositive e sulle combinazioni dei filati a seconda delle disegnature da comporre (Luna Home/Clerici Tessuto & C.) per lavorazioni sempre più curate ed emozionali; chi già è forte nel campo della fibra naturale (Nelen & Delbeke) tende ad affinare la materia e a sperimentarne di nuove (la canapa è sempre più gettonata...); la vivacità cromatica, posta su qualsiasi genere di supporto diventa il tratto distintivo che identifica la personalità di taluni (Ratti); e la forte spinta verso l'uso di materie riciclate e quindi l'essere stabilmente nel campo della produzione eco-sostenibile è uno dei percorsi tenuti in maggior considerazione (Cavelli).

Quest'ultimo argomento è parecchio citato nei discorsi di molti anche se, va detto, non tutti sono convinti che il tema sia di così grande importante per la clientela del comparto arredamento. Purtroppo - e diciamo purtroppo perché speravamo che il segmento di fascia alta dei consumi di tessuto e tendaggio fosse un pochino al riparo da un'esasperata lotta dei prezzi - ciò che invece viene sottolineato da tutti è il fatto che la variabile prezzo sia la più osservata e tenuta in conto dalla clientela. Un'ipoteca pesante su qualsiasi forma d'investimento in ricerca e in sviluppo di nuovi prodotti.

A voler ben guardare non ci sono particolari novità rispetto all'argomentare degli anni scorsi: tuttavia c'è maggiore insistenza sulle difficoltà. Un "sentiment" di vaga ineluttabilità sul fatto che sia sempre più difficile stare in questo mercato. Vedremo se tale impressione verrà confermata dopo gli eventi fieristici. Speriamo vivamente di no.

E allora cominciamo a guardare le anticipazioni dei tessuti che vedremo il prossimo anno.

Partiamo da Cavelli: il tendaggista lombardo mette l'accento su due temi, l'uso massiccio di materie e filati riciclati e una collezione nella materia naturale più "trendy" del momento, la canapa. Quest'ultima, molto simile al puro lino come effetto, peso e grado di trasparenza è declinata in 8 colori naturali e distribuita in altezza di cm 310 (foto 1). Le altre due creazioni sono mischie di filato in poliestere con un'alta percentuale di materia riciclata - il poliestere riciclato supera il 50% dell'insieme - e sono una versione più pesante, da 160 grammi al metro quadro e cm 300 di altezza, a lavorazione jacquard - collezione Orvieto - articolata in 5 colori di cartella (foto 2); e una più leggera - Ravenna - , da 85 grammi di peso e cm 330 di altezza, con una cartella colori ampia declinata su 16 diverse tinte unite (foto 3).

Passando a un campione del colore e della stampa come Ratti - ma non solo, come vedremo - il produttore comasco ci propone un tris di creazioni molto diverse fra loro ma "cugine" per l'innegabile forza del colore e del tratto decorativo. Cominciamo con un velluto jacquard in viscosa/cotone (rispettivamente 64% e36%), di peso medio - 615 grammi - e altezza classica da cm 140 (foto 4), realizzato con una tecnica di stampa a quadro (combinazione stampa pigmenti metallici e coloranti reattivi) e con una ottima resa alla prova Martindale (50mila cicli). Proseguiamo con un tessuto ricercato e raffinato: si chiama Toro, ed è un tessuto jacquard decoupè in 100% poliestere, piuttosto leggero (324 grammi al metro lineare) e realizzato in altezza di cm 150 (foto 5). Chiudiamo le anticipazioni di Ratti con un tessuto che, molto vitale nei colori e nel tratto decorativo, rientra maggiormente nel solco tradizionale del produttore comasco: si tratta di una tela in puro lino da 340 grammi al metro lineare, diffusa in altezza di cm 140, caratterizzata da una lavorazione a stampa digitale (foto 6).

Torniamo nella sfera della lavorazione jacquard per apprezzare il tessuto denominato Vintage, presentato da Clerici Tessuto & C. nella collezione Luna Home: si tratta di uno jacquard a campo intero con un rapporto di cm 140 da cimossa a cimossa. Il disegno rivela una lettura moderna di un tema decorativo che rievoca decori Anni 70 e grazie alla finezza dell’interpretazione a cad presenta sfumature che valorizzano l'effetto d'insieme. Una proposta per l’imbottito e la decorazione in 81% cotone e 19% poliestere, caratterizzato da un peso di 449 grammi al metro lineare (foto 7).

Chiudiamo questo primo assaggio di novità 2020 dando uno sguardo alle creazioni di un grande produttore europeo, da sempre attivo nell'ambito della fibra naturale più raffinata e sofisticata, il lino. Stiamo parlando della belga Nelen&Delbeke che presenta due tessuti caratterizzati da pesi diversi ma entrambi importanti, orientati allo stesso uso per imbottito. Si tratta di due tessuti piani a lavorazione abbastanza "grossier" tale da esaltare la tridimensionalità del filato di lino. Da notare che l'impresa di Kruisem presenta per il prossimo anno tre aree di ricerca e proposta cromatica sul tessuto di lino: i colori della terra (dal naturale al ruggine, ai marroni della terra), i colori profondi e ricchi (come verde, blu scuro, oker, mattone), infine i colori vibranti come i viola e i turchesi. Le due proposte tessili nell'immagine (foto 8) sono un "Dark Green" del peso di 1100 grammi al metro lineare (altezza cm 140) e un "Faded Natural" da 940 grammi al metro lineare e 133 centimetri di altezza.


TENDENZE, DESIGN E DISTRIBUZIONE

Ice - Agenzia, un partner prezioso. Vademecum per usarlo al meglio.

L'Istituto per il Commercio Estero - Italian Trade Agency, nell'ultimo decennio e forse più, ha vissuto un'intensa evoluzione e ha raggiunto un grado di efficienza pienamente paragonabile a quello di altre agenzie europee similari. Oggi - e non tutti ne sono a conoscenza - è un prezioso strumento da utilizzare da parte delle imprese italiane. In particolare può essere un validissimo supporto per un comparto manifatturiero composto da piccole e medie imprese che devono valorizzarsi sul mercato globale, ma da sole non hanno la forza di affrontare l'investimento di ricerca che sta alla base di un ingresso favorevole su un territorio commerciale sconosciuto. E, altrettanto importante, Ice - Agenzia può essere un punto di riferimento anche per una serie di operatori/clienti internazionali lontani che potrebbero faticare a conoscere tutti gli attori produttori di casa nostra, poiché i brand industriali di settore non hanno certo la potenza di marketing e di awarness che possono esibire i marchi italiani della moda o del design.
Per questa ragione abbiamo pensato di dare un piccolo contributo d'informazione su un'organizzazione che può rivelarsi un vero e proprio booster per l'esportazione delle nostre imprese e per i loro eventuali e nuovi clienti. Abbiamo posto una serie di domande a Ice - Agenzia, nella persona di Ines Aronadio che, dell'organizzazione, è direttrice ufficio coordinamento promozione del Made in Italy.

D. - Dott.essa Aronadio cosa deve fare un'impresa italiana dell'area tessile arredo casa se vuole contattare Ice - Agenzia allo scopo di aprire nuovi mercati in cui non è presente? Immaginiamo una sorta di vademecum per l'impresa che vi contatta per la prima volta...
R. - Iniziamo ricordando che Ice - Agenzia promuove le relazioni economiche dell’Italia nel mondo, aiutando in particolare le Pmi a conoscere, entrare e posizionarsi nei mercati esteri. L’attività è svolta in stretto raccordo con gli altri attori istituzionali preposti all’internazionalizzazione del Sistema Italia. Il portale ice.gov.it sul web rappresenta il primo canale di accesso informativo per le imprese. Consultabile per rubriche, è in grado di fornire direttamente e gratuitamente una serie di servizi on-line indispensabili per un primo approccio ai mercati e ai settori di riferimento.
La gamma di servizi che noi offriamo comprende la formazione, l'informazione, l'assistenza/consulenza, integrati in un unico catalogo customer-oriented. Queste attività sono svolte dai nostri uffici nel mondo e l’assistenza che sono in grado di fornire con i propri analisti è sempre almeno bilingue. Il network dell’Agenzia Ice conta 64 uffici e 14 punti di corrispondenza in 66 paesi nel mondo. Gli uffici sono diretti da personale italiano, ma tutti i dipendenti sono analisti del luogo: in questo modo garantiamo un'ottima conoscenza e affidabilità sulle informazioni di ogni area di business in cui operiamo.
Il primo gradino è composto dai servizi gratuiti: diamo informazioni di orientamento sulla singola nazione per verificare le possibilità di accesso e internazionalizzazione in un dato mercato. Dopo questa prima fase ci sono i progetti approfonditi e personalizzati. Con l'azienda che ci consulta creiamo un profilo di servizio per preparare un dossier d'informazioni composito. Un sistema di nozioni e conoscenze approfondito che viene costruito grazie a una piattaforma realizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con la collaborazione di Ice - Agenzia, Enit e Camere di commercio italiane all’estero. Queste attività di raccolta d'informazioni vengono svolte dalle nostre sedi di riferimento nei vari mercati di sbocco, ma sono solo una parte del lavoro. Esistono molte iniziative che si possono declinare in una sorta di programma di assistenza e d'azione promozionale continua, svolta dal personale in sede, che si dedica all’organizzazione di partecipazioni aziendali a fiere, seminari, mostre autonome nel settore della moda, per un totale di oltre 40 iniziative all’anno, con un budget annuale di circa 30 milioni di euro. Un esempio vincente di quanto realizziamo è Moda Italia che da oltre 20 anni realizziamo in Giappone.

D. - Un cliente estero del nostro settore, che non conosce le imprese italiane, come lo aiutate nell'individuazione di un partner del nostro paese?
R. - Il contatto con l’ufficio estero sul luogo è in questo caso fondamentale. Per poter offrire il servizio più completo e adeguato alle esigenze del cliente che desidera trovare un partner italiano, occorre fornire una serie d'informazioni indispensabili per costruire una sorta di profilo: si dovrà illustrare con chiarezza il settore di attività; fornire quante più informazioni possibili sui prodotti o i servizi che si vogliono realizzare; indicare l’indirizzo del sito internet e fornire opuscoli e depliant illustrativi, anche in formato elettronico, o comunque materiale promozionale dell'attività della propria impresa; infine esporre con chiarezza gli obiettivi di mercato e/o le caratteristiche del partner potenziale con cui avviare una collaborazione. Comunque ciascun ufficio estero opera in costante contatto con gli operatori locali e le associazioni interessate a rapporti economici con l’Italia quindi il rapporto e l'incontro viene estremamente facilitato. Inoltre, attraverso il sito di Ice - Agenzia è possibile accedere nella versione in inglese alle due sezioni "Find your Italian partner", in cui da una vetrina alimentata dalle singole aziende italiane l’operatore può ricercare e contattare il partner commerciale più adatto, e "Business opportunities", dove l’operatore estero può inserire la sua offerta di ricerca partner italiano.

D. - Quali strumenti mettete a disposizione dell'impresa italiana per analizzare i vari mercati in cui operate e scegliere di conseguenza quale affrontare?
R. - Come accennavo, dopo i servizi gratuiti che rappresentano il primo contatto tra impresa e Ice - Agenzia, esiste un complesso di strumenti più specifici, che vengono erogati come servizi a preventivo per offrire un sostegno specifico alle strategie di penetrazione e di consolidamento delle imprese nei mercati esteri. Prima di tutto schede prodotto, ovvero elaborazioni statistiche e sintesi grafiche che descrivono l’andamento della domanda mondiale di oltre 330 prodotti e, per ognuno di questi, i mercati più rilevanti, il posizionamento del nostro Paese, un focus sui principali concorrenti. Per ciascun prodotto si possono visualizzare anche i mercati di destinazione delle esportazioni italiane e i principali fornitori del nostro Paese. Poi abbiamo "Il tuo prodotto sul mercato", un dossier sulle potenzialità di un dato prodotto/servizio in uno specifico mercato, con informazioni quali: congiuntura economica, interscambio con l’Italia, offerta locale e concorrenti esteri, tendenze di consumo e target utilizzatori, informazioni contrattuali, doganali, fiscali e tecniche, principali fiere e media. E poi profili operatori esteri, individuazione di operatori locali con fornitura di dati relativi. Altro servizio cruciale è quello che riguarda le informazioni riservate su imprese estere e italiane. Tale relazione è un rapporto con informazioni aggiornate – la cui disponibilità potrebbe variare a seconda del paese – sull’operatore economico di interesse, quali i principali dati di recapito, la forma giuridica e i dati costitutivi, la situazione finanziaria e un giudizio riassuntivo e sintetico sulla situazione economico-finanziaria e sulla solvibilità. E ancora ci sono le ricerche di mercato personalizzate effettuate direttamente dall’ufficio estero o tramite agenzia specializzata. Esse includono note congiunturali economico-finanziarie del paese, analisi della domanda del settore d’interesse, distribuzione del prodotto italiano e della concorrenza, opportunità e criticità, informazioni sui principali eventi e manifestazioni locali del settore. Infine si può richiedere la ricerca clienti e partner esteri potenzialmente interessati a stabilire contatti d’affari con l’azienda italiana attraverso la selezione di operatori locali coerenti con il profilo aziendale dell'impresa italiana; l'invio di documentazione e/o campioni forniti dal richiedente alle imprese selezionate; un follow-up telefonico per riscontrare l’interesse all’offerta e una relazione finale sui risultati, con l’elenco e le considerazioni degli operatori intervistati.

D. - In generale in quali altre forme di attività e assistenza al business e alle relazioni professionali si declina l'attività di Ice - Agenzia in ordine all'impresa italiana che esporta o al cliente straniero che cerca un fornitore del nostro paese?
R. - Sono molte le attività relazionali che avvengono in continuazione a calendario. Prima di tutto l'organizzazione di incontri d’affari in loco e poi la preparazione e organizzazione di incontri bilaterali, sia con partner economici selezionati dai nostri uffici esteri, sia con operatori segnalati dal cliente italiano. Gli incontri si possono svolgere presso i locali dell’ufficio, presso le sedi dei potenziali partner esteri o presso spazi terzi. E ancora, rivolgendosi agli operatori dei paesi esteri, l'organizzazione di missioni di incoming in Italia alle principali fiere del settore (nel caso del tessile per esempio Milano Unica, Pitti, Milano Moda Uomo, Altaroma)

D. - Quindi la vostra attività di consulenza non si esaurisce in una forma di risposta a quesito singolo. Sembra di capire che si può prolungare per tutta la durata di un progetto di penetrazione su un mercato da parte di un'azienda...
R. - Certamente. Anzi, è una delle caratteristiche qualificanti della nostra mission. L’assistenza può svolgersi in maniera continua offrendo strumenti più personalizzati e di carattere pratico su questioni legali, doganali e fiscali, presentazione di domande per il rimborso delle tasse locali, consulenza per investimenti all’estero - cioè il servizio che offre un’analisi preliminare della congiuntura economica e della normativa del paese estero - la ricerca di controparti, assistenza e consulenza nelle trattative con i partner selezionati, l’espletamento delle procedure richieste dalla normativa locale, la ricerca di personale locale e immobili per l’avvio dell’attività. Diamo anche la possibilità di utilizzare le strutture Ice - Agenzia sul posto. Il servizio può consistere anche in recapito postale e telefonico, servizi di segreteria, utilizzo postazioni di lavoro attrezzate o altro da concordare. E poi c'è la pubblicità sui media esteri: qui forniamo diverse soluzioni che vanno dalla singola inserzione fino alla progettazione di piani pubblicitari personalizzati con selezione dei media più indicati.

D. - In ordine alle nuove forme di comunicazione attraverso internet e i social media ci sono iniziative specifiche di supporto alle imprese per la promozione sul mercato internazionale?
R. - Siamo molto attivi su queste nuove e indispensabili forme di commercio. Abbiamo accordi con piattaforme e-commerce come Yoox, Alibaba, Amazon, WeChat, eccetera. Su Alibaba, per esempio, abbiamo una specifica piattaforma in sviluppo che si chiama "Made in Italy" e stiamo lavorando con WeChat - ormai irrinunciabile in Cina - per fare qualcosa di simile. In ogni caso, su questo argomento sviluppiamo anche workshop e formazione per le piccole imprese nelle nostre sedi italiane per sviluppare un corretto approccio iniziale alle forme di e-commerce.

 


AGOSTINO IACURCI PER PROPOSTE

Dopo anni in cui la Fiera ha intrapreso collaborazioni con esponenti del mondo del design, quest’anno Proposte ha affidato la creazione dell’immagine 2020 a un illustratore, Agostino Iacurci.
Agostino Iacurci è un artista multidisciplinare di origine italiana che vive a Berlino, celebre per le sue sintetiche e sorprendenti forme e le narrazioni a più livelli.
"Il tessuto e il tendaggio cambiano la casa. Creano narrazione e descrivono storie e sentimenti. Trasformano gli ambienti e rendono nella quotidianità visibili gli stati d'animo - spiega il Presidente Piercarlo Viganò.- Partendo da questo concetto assoluto abbiamo quest'anno voluto affidare a un artista il compito di descrivere e valorizzare la centralità del settore del tessuto e del tendaggio nell'arredamento d'interni da un punto di vista e con un linguaggio differente da quello del design. Perchè l'illustrazione è il sistema visivo di comunicazione più caldo e coinvolgente che esista. In Agostino Iacurci abbiamo trovato l'esponente ideale di questo mondo per sintetizzare in modo esemplare quello che rappresenta Proposte 2020".
Il frutto di questa collaborazione prende oggi la forma di una nuova pagina pubblicitaria vivace e briosa.
"Nell’ideare il poster di Proposte 2020 - spiega l'artista- ho ragionato sui tessuti intesi come strumento per raccontare delle storie grazie alla loro capacità di trasformare spazi e oggetti. Mentre pensavo a questa idea mi è venuta in mente la Poltrona di Proust (1978) di Alessandro Mendini, e l’idea di re-design all’origine di quel progetto. Da lì ho quindi immaginato di mettere al centro della scena, incrociata teatralmente da due tende tenute aperte da passamanerie, una poltrona dall'aspetto classico in cui ciascun elemento, braccioli, schienale e seduta, ha un tessuto e una decorazione diversa che contribuisce a generare l’identità internazionale, multiculturale e aperta dell'oggetto e dell'evento".