Made in Proposte

Le nostre "News": un contributo continuo alla cultura di settore

Non manca molto al trentesimo compleanno di Proposte e di cose, in questi tre decenni, ne sono cambiate molte. Nessuno, quando pensammo a un evento italiano che aggregasse il meglio della produzione di tessuti d'arredamento e tendaggi, poteva immaginare che la comunicazione e le informazioni avrebbero viaggiato con la velocità attuale e su piattaforme disponibili h24 a chiunque. Questa vera e propria rivoluzione nei rapporti tra persone e persone, tra imprese e imprese, mette in circolo una quantità d'informazioni neanche immaginabile quando nacque la nostra manifestazione sulle rive del lago di Como.

Un cambiamento che coinvolge, ovviamente, anche il modo di fare fiera e, prima di tutto, rende l'insegna della manifestazione non più solo il brand organizzatore di un evento episodico all'anno, ma il gestore di un vero e proprio contenitore d'informazioni e cultura di comparto che si dipana lungo tutto l'arco dell'anno tra un appuntamento e l'altro. Tutto ciò, ovviamente, principalmente attraverso il nostro sito internet - www.propostefair.it - e le newsletter, che la nostra struttura invia regolarmente a quella grande community specializzata raccolta a livello mondiale attorno al nostro marchio fieristico e al nostro evento dedicato al tessuto d'arredamento e tendaggio di qualità.

Un appuntamento, lo ribadisco con orgoglio, unico e originale al mondo.

Per mantenerlo tale, tutto il sistema che ruota attorno a Proposte deve essere aggiornato e attuale e, per questa ragione, abbiamo deciso di aggiungere un importante tassello alla nostra attività a fianco degli espositori e del comparto: il nostro sito accoglierà la sfida di non essere più solo un contenitore d'informazioni sulla manifestazione in essere ma, nella sua parte dedicata alle "News", diventerà uno spazio dove si raccoglieranno articoli, interviste, tendenze di prodotto, presentazioni di collezioni, oltre naturalmente ai report testuali e fotografici sul nostro evento primaverile. Tutto ciò, coordinato e realizzato da un giornalista specializzato del settore, sarà disponibile sul sito ma arriverà ai nostri lettori anche attraverso le nostre newsletter, in modo da fornire un monte informazioni esperto, preparato e attuale sul nostro comparto di lavoro.

Compito di un evento fieristico è promuovere il business prima di tutto, ma anche creare cultura e conoscenza di comparto. Gli strumenti del web ci permettono oggi di fare questo in modo rapido ed efficiente e tutto ciò aggiunge un tassello in più a quell'essere "fiera tutto l'anno" dedicata a Voi che siete l'anima del comparto in tutto il mondo.

Dunque buona lettura con le nostre nuove "News" di Propostefair.it.

PierCarlo Viganò

Presidente di Proposte Srl

 

 


Panorama Mondo Tessile

Paccanelli:«Nuovi profili di clientela per rivitalizzare l'export»

Fare il punto sulla situazione di mercato del nostro comparto, ragionare su quali azioni svolgere e mettere in programma per competere sul piano internazionale, affrontare le sfide del futuro prossimo che investono tutti i sistemi industriali. Argomenti da far tremare i polsi e che, volendoli approfondire al meglio, avrebbero necessità di una sorta di "ritiro riflessivo" di giorni e giorni. Non abbiamo così tanta disponibilità di spazio e di tempo però alla tentazione di cercare una sintesi, mettere alcuni punti fermi, dai quali poi avviare un confronto e suscitare una riflessione, non siamo riusciti a resistere. E allora chi coinvolgere se non il manager che rappresenta l'Italia nel consesso europeo più importante del tessile? Così abbiamo preso il telefono e chiamato Alberto Paccanelli, Ceo del Gruppo Martinelli Ginetto Spa e, soprattutto, presidente di Euratex, ovvero confederazione europea nella quale confluiscono tutte le associazioni nazionali del nostro continente che si occupano di tessile-abbigliamento e tessile casa/arredo. Essere il presidente di organismo del genere significa difendere gli interessi del settore nei confronti dell’Unione Europea e degli Organizzazioni Internazionali; coordinare un team di specialisti nella stipula di trattati internazionali per il libero scambio, occuparsi d'innovazione e di formazione del settore, progettare il futuro in ordine a sostenibilità dei processi produttivi e dei prodotti finali. In poche parole conoscere a perfezione le questioni riguardanti la filiera del tessile globale, in ogni suo aspetto. Volevamo chiedergli "tutto", ma abbiamo cominciato con qualche domanda per fare il punto su una situazione delicata e sul suo futuro: quella del tessile arredamento e per la casa.

D. - Pochi giorni fa, Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda, ha presentato i numeri del comparto del primo semestre 2019. Tutto sommato positivi: cresce l'export del 7,2% a fronte di una domanda interna che cala di un paio di punti. Ovviamente l'effetto trascinamento del gigante della moda è dominante nel buon andamento dell'esportazione. E lo stato dell'arte del tessile e tendaggio d'arredamento, nei primi sei mesi dell'anno in corso, sia in termini numerici, sia in termini di efficacia e consolidamento sui mercati internazionali, dall'osservatorio privilegiato di Euratex, qual è?

R. - Vorrei precisare un aspetto importante prima di tutto: i numeri dell'export a cui si riferisce lei sono "trascinati" dal settore dell'abbigliamento/maglieria. Se guardiamo alla filiera del cotone, in realtà tutto il comparto tessile sta soffrendo. Nei primi sette mesi di quest'anno l'esportazione del tessile arredo/casa cala del 4,7% complessivamente. Però se leggiamo i dati in profondità scopriamo che soffrono molto i segmenti Letto e Bagno/Cucina, mentre dimostrano lievi crescite i segmenti Tavola e Arredo - in quest'ultima "voce" ci sono prodotti piuttosto diversi, tende, tappeti/arazzi, moquette, manufatti vari - quindi, ancora una volta, non c'è da rallegrarsi in generale ma il nostro settore, piccolo a confronto del cugino maggiore dell'abbigliamento, vive però dinamiche più smussate e lente. È chiaro che la situazione non è rosea: il tessile produce e diffonde beni durevoli e come tutti questi generi di prodotti, quando ci sono incertezza e insicurezza sui mercati, i consumi rallentano se non addirittura si fermano. Però teniamo presente che la particolare struttura della filiera a valle della produzione di tessuti d'arredamento e tendaggi - così articolata e complessa - in qualche modo rallenta gli andamenti rispetto a chi, per esempio, lavora sul prodotto finito come le lenzuola e arriva direttamente alla distribuzione e al consumo. Per quanto riguarda l'Italia però il problema è sempre il solito: la competitività. La battaglia, sul piano dei mercati internazionali, si gioca sempre più sul prezzo e la nostra manifattura sconta il suo ritardo sulla competitività di costo. Non dico nulla di nuovo ma la questione assume, mano a mano che il prezzo diventa il discrimine più importante, il carattere dell'urgenza perché va a erodere l'essenza del buon andamento di qualsiasi impresa, la corretta marginalità di guadagno. Poi, in realtà, abbiamo ancora parecchie carte da giocare: la nostra creatività ci supporta, la catena del valore dei nostri prodotti regge perché sono ancora ambiti e riconosciuti, però le fasce alte di consumo sono un po' schiacciate e questo non può che riflettersi sui numeri complessivi. Certo che un pochino più di tranquillità e pacatezza sul piano internazionale gioverebbe di sicuro. Comunque, per chiudere la sintesi, possiamo dire che il primo semestre 2019 non è stato positivo ma abbiamo gli strumenti per reggere la congiuntura.

D. - La competizione sul mercato globale è una necessità indispensabile per tutte le imprese della filiera del tessile casa: quali sono, secondo lei, le azioni che ancora vanno compiute dall'industria italiana ed europea, per consolidarsi a livello mondiale?

R. - La collocazione sulle fasce medio/alte-alte del consumo è sempre più la nostra, non ci sono alternative. Da lì non possiamo muoverci. Come filiera tessile dobbiamo presidiare i mercati ricchi perché lì possiamo incrociare la nostra clientela di riferimento e fare business con guadagni i più adeguati possibili (anche se il prezzo è una variabile sempre più importante, come dicevo prima, e la questione margini è da trattare con particolare attenzione) ed essere presenti sui mercati in espansione per presidiarli e guadagnare nuove quote. Mi rendo conto che detto così può sembrare una semplificazione, ma le macro-strategie si risolvono in questo. Più in particolare mi sento di affermare che come filiera del tessile casa/arredo italiana ed europea dobbiamo moltiplicare gli sforzi per allargare la tipologia della clientela, trovare nuovi sbocchi, rendere ancora migliori i servizi e l'efficienza. Dobbiamo renderci conto che i profili degli utilizzatori dei nostri prodotti cambiano in continuazione, si rinnovano, si diversificano. Su queste evoluzioni dobbiamo essere attentissimi: più che affrontare i mercati in termini territoriali e geografici, credo che si debbano fare analisi sulla tipologia di clienti e di opportunità e comportarsi di conseguenza.

D. - Cosa può fare, ed eventualmente fa, Euratex per promuovere e sostenere la filiera italiana ed europea del tessile per l'arredamento?

R. - Facciamo una premessa. Euratex è la sintesi di tutte le associazioni europee nazionali del tessile-abbigliamento. Non può quindi occuparsi delle questioni nazionali particolari che competono le associazioni di ciascun paese. Sistema Moda Italia è l’associazione italiana associata a Euratex che ne rappresenta le istanze in Italia, Italia che ha il più importante settore tessile-abbigliamento in Europa. L’attività di Euratex è forzatamente europea e globale e questo significa che si occupa, sul mercato mondiale, di fare "lobby" e quindi facilitare il commercio internazionale e quindi il consumo mondiale dei nostri prodotti; sostenendo l’Unione Europea nella stipula di accordi di libero scambio con nazioni e aggregati di nazioni in ogni parte del mondo - un esempio è sicuramente il Canada con il quale abbiamo firmato un accordo che ha cancellato i dazi esistenti. - In generale tre sono i capitoli principali su cui lavoriamo: gli accordi di libero scambio e la creazione di un mercato mondiale “free and fair”, poi c'è l'argomento innovazione che sviluppiamo attraverso l'European Technology Platform for Textile and Clothing e il terzo capitolo che riguarda la sostenibilità. A Bruxelles lavora un team di dieci persone su questi argomenti, quindi facciamo tanto su temi che sono cruciali ma che, forse, non sono percepiti come immediati dalle imprese singole. Eppure in realtà sono determinanti per il futuro a breve, medio e lungo termine.

D. - Viviamo in un'epoca di social media e di estrema esposizione e visibilità. Gran parte della comunicazione, del marketing e della promozione dei prodotti avviene attraverso questi canali. Quanto sono aggiornate e quanto invece dovrebbero ancora fare le imprese della nostra filiera su questo argomento?

R. - Ormai la questione è vitale e senza alternative. Sui social e sul web o ci sei o "non sei". La presenza sul web ormai è fuori discussione, non è neanche concepibile non avere un sito internet, ma altrettanto chiaro e indispensabile è essere presenti sui social. Le aziende, di qualsiasi dimensione, devono rendersi conto che i nuovi canali di comunicazione, continuano a essere "nuovi" solo per noi, in Italia in particolare. Nel mondo sono sistemi ormai affermati e affinati. In Cina, per esempio, le mail quasi non si usano più, tutto avviene su "We Chat" il corrispondente di quel paese di "Whatsapp". E non sto parlando solo dei contatti personali, penso al marketing e alla promozione aziendale. È chiaro che programmare e svolgere una precisa strategia che, ovviamente, sfocia poi nell'e-commerce, non è facile e comporta investimenti in tempo, denaro e risorse umane. Ma non c'è alternativa. La filiera della produzione italiana nel nostro comparto è abbastanza in ritardo e deve agire. Soprattutto deve cambiare atteggiamento culturale rispetto a tale argomento: non si tratta di un doloroso, fastidioso ma necessario costo, ma un dei più importanti investimenti sul futuro dell'azienda. Se non si parte da qui, non si va lontano.

D. - E sempre su questo tema qual è il ruolo attuale delle manifestazioni fieristiche di settore?

R. - Cominciamo a dire che il ruolo di una fiera è ancora cruciale, direi fondamentale. Il mondo cambia ed evolve, ma un momento di confronto collettivo come la fiera è attualmente insostituibile. Ovviamente la manifestazione deve agire in senso univoco verso la ricerca e l'apertura di opportunità di business. È la stessa strategia di cui parlavo prima per le aziende: non è questione di visione geografica nell'affrontare i mercati internazionali, quanto di opportunità e occasioni, ricerca di profili diversi e nuovi d'ipotetici clienti. Ciò che ha fatto Proposte con lo spostamento di calendario verso il Salone de Mobile è perfettamente aderente a questa idea di fiera. Trovare nuovi possibili soggetti interessati. Se la fiera si comporta così svolge un servizio indispensabile per il settore.

D. - A inizio ottobre Sistema Moda Italia ha organizzato un convegno a Milano che parlava di "Sostenibilità" e di sistemi di misurazione adeguati a tracciare e valorizzare la qualità dei processi e dei prodotti di tessile abbigliamento (PEF e EOF). La filiera del tessile d'arredamento e del tendaggio a che punto è su questo argomento, secondo lei? E quanto conta questo tema nel nostro comparto?

R. - Il tema è fondamentale ma anche scottante. Credo che la filiera del tessile arredo/casa non abbia particolari problemi, quantomeno in termini di processo, poiché la legislazione nazionale ed europea sull'argomento è già molto stringente. Da ciò ne consegue che potrebbe affrontare senza particolari difficoltà i procedimenti di misurazione di cui ha parlato Smi. La vera questione è un'altra, ovvero la selva di certificazioni che sta a monte del nostro lavoro a partire da filati, semilavorati e greggi. C'è una confusione totale nella quale è davvero difficile districarsi e questo genera difficoltà e sovente anche truffe e falsificazioni. Mettere ordine in questo caos diventa indispensabile, ma la nostra piccola filiera non ha la forza d'imporre azioni così importanti. Credo quindi che il tessile casa dovrà essere follower del cugino più grande dell'abbigliamento in questo caso. Resta comunque il fatto che l'argomento è imprescindibile e rappresenta un'occasione di distinzione e affermazione di qualità che può darci ulteriori opportunità proprio sul piano internazionale.

COMMERCIO ESTERO DELL'INDUSTRIA TESSILE-MODA (file .PDF)

 


Tendenze, design e distribuzione

Nel tendaggio l'editore tessile è ancora il riferimento assoluto

La sfida è di quelle difficili. Tracciare un profilo, quanto più possibile veritiero dei vari anelli a valle della filiera produttiva del Tessile Arredamento e Tendaggio. Difficile ma stimolante. Diciamo quasi indispensabile, altrimenti verrebbero a mancare le fondamenta per avviare qualsiasi ragionamento su come potrebbe evolvere il futuro del comparto: per i clienti dell'industria, per i clienti dei clienti e, infine, anche per la percezione che il consumatore finale ha del tessuto da imbottito o della tenda. In un tenzone così complicato, cerchiamo un approccio un po' più dolce e quindi partiamo dal tendaggio, ovvero da quella sfera di prodotto che, nel mondo del tessile arredo, è più riconoscibile, in qualche modo tracciabile e percepibile dal consumatore finale quasi come prodotto finito, elemento a se stante, con un suo profilo e una sua personalità nell'economia dell'arredamento dell'ambiente. Intendiamoci, personalità che ha indubbiamente anche il tessuto ma che, lo analizzeremo più avanti, per quest'ultimo viene nascosta, quasi fugata dalla "prepotenza" dell'elemento mobile o di design. Cosa che invece per la tenda, filtro univoco della luce d'ambiente, e maggiore superficie disponibile in casa per la decorazione tessile, non avviene.

Partiamo dalle tende dunque, e per accompagnarci in questo primo giro conoscitivo abbiamo scelto Diego Vercellino, managing director di Sirio Tendaggio e presidente del Consorzio Tendaggio Italiano, uno dei soci fondatori e promotori di Proposte.

D. - La tenda, tra i tessili d'arredamento, è il prodotto che scende a valle della catena distributiva, fino al consumo finale, quasi immutata. Per questo i canali che la distribuiscono sono di più facile lettura, ma anche di comportamento più "spietato". Per esempio le grandi catene del "fai da te", con i loro importanti reparti di tendaggio, creano una bella confusione sul mercato. È d'accordo?

R. - Solo per la prima parte. È vero ciò che lei dice sul fatto che la tenda, fra i prodotti del tessile arredo, è quello più assimilabile al prodotto finito. Anche se poi l'intervento di chi suggerisce o crea coordinati - di solito editori tessili o interior designer - e poi di chi installa, ne mutano spesso e volentieri il profilo. Mentre non vedo assolutamente le catene del "fai da te" - ovviamente lei intende importatori - come concorrenti. Quel tipo di competizione avviene sulle fasce basse dell'offerta che non sono certo le nostre. Più che concorrenti, io le vedo come importanti occasioni. Come opportunità. Perché proprio le grandi catene di cui parliamo tendono, in particolar modo all'estero, in quei paesi dove si sono già evolute realtà più organizzate che in Italia, a orientare gli obiettivi verso target di consumo sempre più stratificati e ragionando sulle fasce più alte di queste, dati i volumi di cui parliamo, potrebbero ritagliarsi un ruolo importante nel panorama del arredo tessile per interni in futuro, saltando gli anelli intermedi della filiera. Ma anche se non li saltassero comunque si creerebbe mercato e, di conseguenza, opportunità appunto per noi produttori.

D. - Ok. Quindi comincia a chiarirsi il panorama complessivo. I classici editori tessili che la fanno ancora da padrone e poi la realtà di queste grandi superfici distributive. Lei ha accennato anche agli installatori, sono una realtà ancora importante?

R. - Sono una realtà in evoluzione. All'estero l'installatore è sempre più legato a una grande realtà distributiva - e torniamo alle grandi superfici, perché non è tutto "fai da te" quando si sale nei target di consumo - quindi magari è indipendente ma lavora per conto terzi. In Italia, invece, l'installatore è ancora sovente titolare di uno show-room di strada, quindi il classico artigiano/commerciante. Una figura ancora importante nel nostro mercato, ma credo con un futuro in declino. O meglio, in trasformazione: come all'estero sarà sempre più un esecutore che seguirà le indicazioni di un designer d'interni, di un interior decorator o di una grande superficie che fornisce entrambi i servizi. Non dimentichiamoci poi l'e-commerce. Credo che questo canale porterà notevoli sconquassi a breve anche nel nostro settore: sento parlare già ora di tantissimi campioni di tendaggio inviati a domicilio.

D. - In ogni caso, l'intermediario di tendenza, il mediatore tra idee della produzione e richieste del mercato, resta sempre l'editore tessile?

R. - Assolutamente sì, ed è per questo che rimane il nostro cliente di riferimento. Prenda a esempio la nostra azienda: gli editori tessili rappresentano l'80% del nostro business. Non prevedo grossi cambiamenti su questa struttura dei canali di clientela. Potranno variare un po' le percentuali, anche a seconda dei mercati a cui ci rivolgiamo, ma questo è il nostro panorama. Ma finora abbiamo parlato di residenziale, ciò che credo davvero che crescerà sarà il Contract. In quel mondo si giocano davvero grossi numeri e il rapporto fornitore/cliente potrebbe svilupparsi anche senza intermediari.

D. - Si può parlare di manifattura europea del tendaggio oppure solo in Italia è rimasta una forte realtà produttiva di comparto?

R. - Bisogna intenderci sul concetto di Europa. Se rimaniamo all'attuale composizione geografica allora faccio fatica a pensare ancora a un “Tendaggio Europeo”. Ci sono buone aziende in Spagna, Belgio, Francia, nel mondo caratterizzato e particolare della tenda tedesca, ma la verità è che la Turchia ha acquisito un ruolo molto importante per la capacità di rispondere alle richieste dei partner clienti. Noi Italiani siamo ancora i più creativi e geniali ma loro sono molto più strutturati in termini dimensionali e assai agguerriti.

D. - Un accenno al mercato globale. Dove funziona bene il tendaggio e dove potrebbe essere il futuro?

R. - Oggi i mercati sono di lettura relativamente semplice. I giochi si fanno in Europa, Regno Unito e Stati Uniti. La Russia sconta la situazione geopolitica e poi è un mercato comunque poco affidabile. La Cina rappresentava la speranza per tutti ma si è rivelata deludente e molto difficile da seguire. L'unica condizione possibile è quella di trovare un partner sul posto e presidiare quel mercato per lungo tempo. Restano Asia e Australia: mercati interessanti e con buone potenzialità, però lontani, complessi e molto costosi da affrontare. Ma ci dovremo arrivare. Per fortuna, più o meno in senso generale, posso affermare che ovunque si è capito che la battaglia sfrenata sul prezzo, su questa fascia di prodotto, alla fine non paga. È un atteggiamento che sta cambiando: qualsiasi sia il tuo mercato di riferimento, se vuoi fare editoria di livello alto, devi avere prodotti diversi, originali, creativi e difficilmente imitabili. Tutto ciò ha un costo.

D. - Ultima domanda. Si parla molto di sostenibilità. A inizio ottobre Sistema Moda Italia ha realizzato a Milano un convegno sul tema presentando iniziative importanti attive nel comparto cugino dell'abbigliamento. Crede che sia un argomento anche per la clientela del tendaggio?

R. - Ne sono assolutamente convinto. Nella mia esperienza i grossi editori cominciano a cercare collezioni che riportino garanzie e certificazioni in termini di sostenibilità, sia di prodotto, sia di processo. Sarà un argomento sempre più importante, fino a diventare una condizione indispensabile per operare su una determinata fascia di consumo e di sensibilità. Certamente è impegnativo e costoso per la manifattura, ma sono convinto sia indispensabile e anche in tempi piuttosto rapidi.

 


Tendenze, design e distribuzione

A colloquio coi designer: quale tessuto per quale ambiente

Il designer non è una figura mitica, un totem, una presenza da evocare. Eppure, nel mondo del tessile d'arredamento, spesso viene vissuto proprio così: una sorta di divinità capricciosa che non vuole tanto bene al tessuto, ama altre materie, potrebbe essere foriero di grandi successi se il tessile fosse (o tornasse a essere) fra i suoi favoriti, ma non è così. In ogni caso un'entità con la quale ci si deve fare i conti, ma non si sa tanto bene come prenderla. Scherziamo naturalmente, ma neanche tanto. La questione parte dal fatto che questa figura creativa è una sorta di entità mutaforma, soprattutto in Italia, che passa con apparente levità dalla creazione di un oggetto, alla progettazione di una collezione tessile, alla realizzazione di un arredamento d'interni o all'esterno di un palazzo. Insomma, designer, architetto, progettista d'interni, grafico...basta che si ragioni di forma e sostanza. Ora, nell'universo un po' squadrato e razionale della manifattura tessile diventa difficile rapportarsi con creativi del genere. Non che manchi, nel comparto, l'ingegno e l'inventiva sia chiaro, ma tale esercizio deve stare in qualche modo "dentro" il settore, emergere dal suo interno, invocando la necessità di una (reale, ne conveniamo) conoscenza tecnica, materica e di processo molto profonda. La domanda però sorge spontanea: quando Vico Magistretti progettò, nel 1960, il suo primo oggetto d'arredamento, la sedia Carimate per Cassina, non crediamo fosse un grande falegname. Perché allora da un designer si dovrebbe pretendere la conoscenza perfetta del funzionamento di un telaio jacquard? Il suo contributo creativo non può essere mediato e guidato da chi è esperto del processo produttivo in questione, esattamente come succede nell'abbigliamento, nel mobile o ovunque ci sia qualcosa di "tecnico" da conoscere?

Il discorso è molto complicato e merita ancora molta riflessione, però non si deve perdere l'occasione di avviare un dialogo, di capire le ragioni, i desideri e le necessità del mondo del design per cercare di avvicinarlo, di farlo essere più continguo alla sfera del tessile. Allora quale migliore occasione se non quella di raccogliere l'opinione di due giovani designer italiani che a Proposte si sono occupati dell'immagine e dell'allestimento nell'edizione 2019 e hanno così potuto vivere e respirare tessile come forse non avevano mai fatto? Stiamo parlando di Vittorio Turla e Gabriele Rigamonti che, con Carla Scorda, formano lo Studiocharlie, una delle più importanti realtà italiane del design (menzione d’onore al Compasso d’Oro nel 2004 per il carattere tipografico Csuni e Compasso d’Oro 2018 per il rubinetto Eclipse di Boffi) attiva anche nel mondo del tessile con collaborazioni con Il Lanificio Leo e Torri Lana, solo per citarne alcuni. Dalle risposte emergono, a nostro parere, reali e possibili opportunità, l'importante è non considerare più il designer come una specie di unicorno mitico.

D. - Andiamo subito al cuore dell'argomento: facendo sintesi dell'esperienza acquisita nell'ultima edizione di Proposte, quale tessuto per quale ambiente, dal punto di vi sta dello stile, domina - se, domina - la manifestazione?

R. - Per certi aspetti è facile rispondere - Vittorio Turla ha preso la parola - e per altri è difficile. Diciamo che la sensazione più immediata è quella che il tessuto d'arredamento risponda oggi soprattutto alle esigenze di ambienti classici, magari aggiornati e non necessariamente tradizionali, ma "classici" nella loro anima e impostazione. Questa inclinazione però non è assolutamente univoca, appare più come una risposta proporzionata alle richieste della clientela, del mercato. In sintesi non abbiamo avuto l'impressione che il comparto manifatturiero sia dormiente ma che, salvo rari casi, sia il settore in generale a richiedere questo al tessuto d'arredamento. Quindi facile indicare la classicità come campo di attività primaria per il tessuto d'arredamento ma molto, molto più difficile individuare le potenzialità innovative che il tessuto può portare come componente d'arredamento.

D. - Spiegatemi meglio: non si capisce fin dove il tessuto può arrivare a innovare, oppure come può sollecitare questo cambiamento...

R. - Tracce e segnali di come può mutare la fisionomia di un oggetto d'arredo, e di conseguenza l'insieme dell'ambiente stesso, che ne sono finché se ne vuole - è Gabriele Rigamonti a rispondere. - Del resto la semplice variazione del tessile in casa può mutare radicalmente l'impostazione estetica di tutto l'arredo. Il segnale più macroscopico e immediato è il colore: già solo con la forza di quest'ultimo si può mutare qualsiasi connotato ma anche, direi addirittura, un'impostazione generale di stile. Più difficili da rintracciare invece - perché ci vuole una certa preparazione nel campo - le componenti materiche e di lavorazione che possono rendere maggiormente protagonista il tessuto: abbiamo notato una maggiore diffusione del bouclé come metodo per dare evidenza alla lavorazione, al filato e in genere alla matericità del tessuto. Tutto ciò avviene senza urlare un decoro evidente o impegnativo, si rimane nel solco della semplicità minimale dell'unito o del falso unito, ma si da un maggior peso estetico alla copertura tessile. Diciamo quindi che la classicità è il territorio più evidente in cui si muove il tessuto, ma ci sono indicazioni valide per credere che, fuori da quel sicuro seminato, potrebbe cimentarsi senza problemi anche in progetti più rivoluzionari. Ci vuole più coraggio, da parte della manifattura e da parte del mercato. Diciamo che, da questo punto di vista, i designer potrebbero portare la giusta dose di freschezza e audacia.

D. - Vi siete riferiti finora solo al tessuto. Eppure la tenda è una componente fondamentale nell'economia dell'arredamento di un ambiente. Determina la luce che illumina ogni cosa e compone praticamente una sequenza di arazzi ripetuta in ogni stanza. Mi sembrate però lontani da questo oggetti tessili, li vedete a fatica. Sbaglio?

R. - No, purtroppo è corretto. È un concetto difficile da spiegare. Riconosco la sua importanza, ma ho la sensazione che come prodotto viva una personalità più definita, di più semplice lettura. Quindi più difficile da considerare in una fase progettuale, mentre decisamente più immediata da collocare nel perfezionamento finale dell'arredamento. La tenda non si fonde con altri elementi mobili, non ne deve seguire le forme. Il suo contributo è puramente estetico, molto poco materico, quindi il nostro intervento e la nostra sensibilità in quanto designer vengono sollecitati meno. Con questo non voglio assolutamente togliere peso e importanza alla tenda, anzi. Le riconosco tutto ciò che lei ha scritto, solo la considero in sfera d'intervento successiva al processo di aggregazione degli elementi di arredo.

D. - Quindi, schematizzando, potremo vedere dei designer lavorare sul tessuto ma difficilmente sul tendaggio?

R. - Non ho detto questo. Sono due tipologie d'intervento molto diverse: sul tessuto il designer svolge un ruolo creativo ma anche di sintesi tra diversi elementi e coniuga diverse materie tra loro, mentre nel tendaggio il suo ruolo sarebbe più estremo, o più a monte - nella progettazione stessa del tendaggio da un punto di vista decorativo - o più a valle intervenendo sugli accenti dell'arredamento d'ambiente quasi concluso. Ammetto poi che noi, come inclinazione culturale, siamo molto minimali nella nostra concezione e quindi sovente il tendaggio, se considerato, deve seguire questa tendenza estetica che potremmo definire "evanescente".

D. - Quindi, sintetizzo, vedete molto classico nell'oggi del tessuto, ma potrebbe giocare bene anche nel campo del futuribile secondo voi. Sembra quindi che, tutto sommato, la manifestazione vi ha permesso di farvi una precisa opinione del settore. Ma, in definitiva, cosa dovrebbe dare di più il comparto e l'esposizione a voi designer?

R. - Meno prodotti e più personalità - risponde sicuro Vittorio Turla. - Abbiamo visto stand con migliaia di tirelle che alla fine apparivano tutte uguali, ma abbiamo fatto fatica a conoscere le storie, le culture, i racconti delle varie aziende. Ecco manca un po' il racconto, non si lascia spazio all'immaginario e alla fascinazione aziendale quando invece, e lo sappiamo bene, dietro a ogni impresa tessile ci sono storie bellissime. La clientela già conosciuta sa perfettamente quali sono le caratteristiche di ogni fornitore, quindi non c'è bisogno di essere ridondanti nella presentazione delle novità, mentre la figura creativa o il profilo diverso di cliente che non ti conosce vuole essere, un in oceano quasi informe di tirelle, attratto e conquistato da una storia. Da questo punto di vista esiste una differenza radicale col mondo del mobile, dove la storia, la narrazione sono oggi fondamentali.


PROPOSTE 2019

CONSIDERAZIONI FINALI PROPOSTE 2019
Si è appena conclusa la ventisettesima edizione di Proposte con un incremento di presenze e soddisfazione da parte degli espositori. Altissima l’affluenza, soprattutto il primo giorno, degli operatori che hanno visitato la kermesse cernobbiese per scoprire le eccellenze del tessuto d’arredamento, tendaggio e passamaneria.
Si è registrato un aumento del 3,50% dei visitatori stranieri, che rappresentano oltre il 70% dei visitatori totali. Ci sono stati incrementi importanti da parte degli operatori provenienti da Gran Bretagna, Giappone, Russia, Paesi Bassi, Svizzera e Cina. Stabile la presenza dei clienti americani, in lieve calo quella italiana.

INCONTRO CON LA STAMPA
La mattina di martedì 16, in ufficio stampa, si è tenuta la conferenza in cui il Presidente di Proposte Mauro Cavelli, il Direttore Massimo Mosiello e il Direttore di ITA Italian Trade Agency Dott. Roberto Luongo, hanno incontrato giornalisti stranieri e italiani. Particolare interesse ha riscontrato la tematica dell’ecosostenibilità dei tessuti. La maggior parte delle aziende presenti a Villa Erba ha presentato nuovi prodotti “green”.

SERATA DI GALA
Martedì 16 si è tenuta la consueta serata di gala. Visto il successo riscontrato nella passata edizione, il format è rimasto il medesimo: una cena con sottofondo di musica swing e a seguire un dj set accompagnato da una installazione luminosa ideata da Olo Creative Farm, il tutto nella meravigliosa cornice dalla Villa Antica.

WOVEN STORIES
Grande successo per il progetto ideato da Studiocharlie per la ventisettesima edizione di Proposte. L’installazione, estesa in tutto il centro espositivo, ha raccontato l’unicità della storia del tessile d’arredamento attraverso la voce dei suoi protagonisti, gli espositori della fiera.

UN GRAZIE PARTICOLARE A ITA
Un ringraziamento speciale va all’agenzia ITA che, anche quest’anno, ha reso possibile la partecipazione di un’importante delegazione di 11 giornalisti stranieri provenienti da: Stati Uniti, Ucraina, Turchia, Germania, Russia, Spagna, Emirati Arabi, Ungheria, Giappone e Messico.


Studiocharlie per Proposte 2019 con il progetto Woven Stories

La Fiera, sempre alla ricerca di nuove collaborazioni con personalità legate al mondo del design, quest’anno ha deciso di lavorare con i designer italiani di Studiocharlie, che hanno ideato l’immagine di Proposte 2019 e cureranno l’allestimento dei padiglioni nei giorni di fiera. La scelta deriva dal fatto di voler portare un nuovo punto di vista sul prodotto tessile in un momento in cui sono in corso grandi trasformazioni nel modo di considerare il tessuto.

Studiocharlie è stato fondato nel 2002 da Gabriele Rigamonti, Carla Scorda e Vittorio Turla. Ha ricevuto nel 2004 la Menzione d’Onore al XX Compasso d’Oro ADI con il carattere tipografico Csuni. Disegna per: Atipico, Billiani 1911, Boffi, Bonacina 1889, De Padova, Designercarpets, Lanificio Leo, Lema, Made a Mano, Mipa, Nemo, Salvatori, e altre prestigiose aziende. Si occupa anche di progetti editoriali e culturali sul tema del design. Nel 2018 vince il Compasso d’Oro ADI con la famiglia di rubinetti Eclipse per Boffi.

“L’idea di chiedere a Studiocharlie di collaborare con Proposte nasce sia per la capacità dello studio di interfacciarsi approfonditamente con i materiali sia per la loro conoscenza del prodotto tessile maturata grazie a collaborazioni intercorse con aziende del settore – dice il Presidente Mauro Cavelli – e progettare la prossima edizione con uno studio di designer si pone inoltre l’obiettivo di sollecitare e proporre una visione dell'arredamento abitativo e professionale più globale e integrata, nella quale la centralità del tessuto e del tendaggio deve essere più evidente, assumendo un ruolo di primo piano anche nell'ambito del progetto di prodotti di design e d’interni”.
Studiocharlie, che si caratterizza per il metodo rigoroso e i concept di grande forza, racconterà a Proposte 2019 l’unicità della storia del tessile d’arredamento attraverso la voce dei suoi protagonisti, gli espositori della fiera, tramite un’installazione che occuperà il centro espositivo di Villa Erba. “Woven Stories”, storie tessute, sarà sia il titolo
dell’installazione sia della prossima edizione.

La collaborazione con Studiocharlie è oggi introdotta dalla presentazione della nuova pagina pubblicitaria, così spiegata da Vittorio Turla: "Ogni fiera è prima di tutto un punto di incontro, un luogo in cui i produttori e i clienti si incontrano, si conoscono e stringono relazioni commerciali che in alcuni casi diventano anche personali. La pagina pubblicitaria lavora in maniera astratta su questo concetto. Da un punto di vista grafico i colori e il carattere tipografico richiamano i toni e i materiali che useremo per l’allestimento. Abbiamo associato graficamente lo spazio fiera di Villa Erba e il concept dell’allestimento, ottenendo un insieme che richiama in modo raffinato la lettera P di Proposte."


PROPOSTE 2019 | LE DATE (VIDEO)

Il Consiglio di Amministrazione di Proposte Srl a seguito di un’attenta analisi ha stabilito che la ventisettesima edizione di Proposte, Anteprima Mondiale del Tessuto d’Arredamento e del Tendaggio, si svolgerà il 15, 16 e 17 aprile 2019. Rimane confermato il centro espositivo di Villa Erba a Cernobbio come sede della manifestazione.

“Preso in considerazione il calendario nazionale e internazionale delle varie festività civili e religiose”, dice il Presidente Mauro Cavelli, “la prossima edizione di Proposte sarebbe dovuta cadere a maggio inoltrato, periodo che abbiamo considerato troppo tardivo per il nostro mercato di riferimento. Per questo motivo abbiamo deciso di anticipare la manifestazione ad aprile, provando per quest'anno a inserirci in coda al Salone del Mobile: la domenica chiuderà la kermesse milanese e il lunedì si apriranno i cancelli di Villa Erba. L'idea di avvicinare le date ci auguriamo possa facilitare i visitatori stranieri che in breve tempo, e con un solo viaggio, avranno la possibilità di presenziare ad entrambe le manifestazioni”.

È importante sottolineare la modifica dei giorni della settimana in cui si svolgerà Proposte: quest'anno la Fiera avrà luogo da lunedì a mercoledì e non più da mercoledì a venerdì, come nelle ultime edizioni.
Rimangono invariati gli orari della manifestazione:
15 e 16 aprile ore: 9:00 – 18:00, 17 aprile ore 9:00-16:00.

 


Proposte 2018 | I video

TIME-LAPSE TEXTURES MATTER

PROPOSTE 2018 - VIDEO UFFICIALE


Proposte 2018 - Considerazioni Finali

75% di visitatori stranieri, il 5% in più dello scorso anno. Questo il dato simbolo della ventiseiesima edizione di Proposte, riprova del fatto che la Fiera si conferma leader a livello internazionale.
Si confermano ai primi posti le europee Gran Bretagna, Germania e Francia ma si sono registrati ulteriori rilevanti incrementi: 10% Stati Uniti, 27% Polonia e Giappone che ha registrato un aumento del 4%.