Un primo sguardo alle anticipazioni del 2020: i tessuti che verranno…

Che facile – ma che monotono – sarebbe se, ogni anno, in sede di analisi delle anticipazioni di collezione avessimo un tema univoco, semplice da individuare e da illustrare. Non è un caso che, in realtà, le famose “tendenze”, al di là della obbligata poesia che deve giustificare l’impegno, da anni ormai non siano nient’altro che la riproposizione a carte mischiate di tutti i colori principali, semplicemente aggregati in insiemi diversi e con titoli fantasiosi. Attenzione però: il dire “tutti fanno tutto” è una lettura semplicistica e superficiale. Più giusto dire: “in fiera si può trovare tutto” perché la declinazione dell’offerta è talmente ampia da offrire più o meno tutte le soluzioni estetiche, materiche, d’ispirazione stilistica e decorativa possibili. Ma all’interno di questa ampia gamma di soluzioni si cela – e neanche tanto – l’estrema specializzazione di ciascuna impresa, sia essa (la specializzazione) voluta per questioni di strategia di mercato, storia e caratteristiche aziendali o altro. Ci sono tessitori o tendaggisti che cercano ancora di coprire ogni segmento, anche piccolo, delle richieste della clientela, nella speranza di essere sempre più punto di riferimento del buyer stesso, in una logica più di partner che di semplice fornitore, ma l’evoluzione del business appare sempre più come sintesi delle due tendenze: essere sì più partner ma partendo da una sempre maggiore specializzazione e quindi specifica affidabilità.

E proprio questo sembra essere il comportamento più diffuso tra le imprese che partecipano a Proposte anche perché, tra i pareri che abbiamo raccolto, sono pochi che credono alla possibilità – nel brevissimo – di aprire nuovi mercati, mentre tutti optano per un periodo di consolidamento, di rafforzamento dei rapporti già esistenti: quindi più intelligente dedicarsi a fare meglio quello che già si sa fare bene.

S’investe in ricerca sulla materie compositive e sulle combinazioni dei filati a seconda delle disegnature da comporre (Luna Home/Clerici Tessuto & C.) per lavorazioni sempre più curate ed emozionali; chi già è forte nel campo della fibra naturale (Nelen & Delbeke) tende ad affinare la materia e a sperimentarne di nuove (la canapa è sempre più gettonata…); la vivacità cromatica, posta su qualsiasi genere di supporto diventa il tratto distintivo che identifica la personalità di taluni (Ratti); e la forte spinta verso l’uso di materie riciclate e quindi l’essere stabilmente nel campo della produzione eco-sostenibile è uno dei percorsi tenuti in maggior considerazione (Cavelli).

Quest’ultimo argomento è parecchio citato nei discorsi di molti anche se, va detto, non tutti sono convinti che il tema sia di così grande importante per la clientela del comparto arredamento. Purtroppo – e diciamo purtroppo perché speravamo che il segmento di fascia alta dei consumi di tessuto e tendaggio fosse un pochino al riparo da un’esasperata lotta dei prezzi – ciò che invece viene sottolineato da tutti è il fatto che la variabile prezzo sia la più osservata e tenuta in conto dalla clientela. Un’ipoteca pesante su qualsiasi forma d’investimento in ricerca e in sviluppo di nuovi prodotti.

A voler ben guardare non ci sono particolari novità rispetto all’argomentare degli anni scorsi: tuttavia c’è maggiore insistenza sulle difficoltà. Un “sentiment” di vaga ineluttabilità sul fatto che sia sempre più difficile stare in questo mercato. Vedremo se tale impressione verrà confermata dopo gli eventi fieristici. Speriamo vivamente di no.

E allora cominciamo a guardare le anticipazioni dei tessuti che vedremo il prossimo anno.

Partiamo da Cavelli: il tendaggista lombardo mette l’accento su due temi, l’uso massiccio di materie e filati riciclati e una collezione nella materia naturale più “trendy” del momento, la canapa. Quest’ultima, molto simile al puro lino come effetto, peso e grado di trasparenza è declinata in 8 colori naturali e distribuita in altezza di cm 310 (foto 1). Le altre due creazioni sono mischie di filato in poliestere con un’alta percentuale di materia riciclata – il poliestere riciclato supera il 50% dell’insieme – e sono una versione più pesante, da 160 grammi al metro quadro e cm 300 di altezza, a lavorazione jacquard – collezione Orvieto – articolata in 5 colori di cartella (foto 2); e una più leggera – Ravenna – , da 85 grammi di peso e cm 330 di altezza, con una cartella colori ampia declinata su 16 diverse tinte unite (foto 3).

Passando a un campione del colore e della stampa come Ratti – ma non solo, come vedremo – il produttore comasco ci propone un tris di creazioni molto diverse fra loro ma “cugine” per l’innegabile forza del colore e del tratto decorativo. Cominciamo con un velluto jacquard in viscosa/cotone (rispettivamente 64% e36%), di peso medio – 615 grammi – e altezza classica da cm 140 (foto 4), realizzato con una tecnica di stampa a quadro (combinazione stampa pigmenti metallici e coloranti reattivi) e con una ottima resa alla prova Martindale (50mila cicli). Proseguiamo con un tessuto ricercato e raffinato: si chiama Toro, ed è un tessuto jacquard decoupè in 100% poliestere, piuttosto leggero (324 grammi al metro lineare) e realizzato in altezza di cm 150 (foto 5). Chiudiamo le anticipazioni di Ratti con un tessuto che, molto vitale nei colori e nel tratto decorativo, rientra maggiormente nel solco tradizionale del produttore comasco: si tratta di una tela in puro lino da 340 grammi al metro lineare, diffusa in altezza di cm 140, caratterizzata da una lavorazione a stampa digitale (foto 6).

Torniamo nella sfera della lavorazione jacquard per apprezzare il tessuto denominato Vintage, presentato da Clerici Tessuto & C. nella collezione Luna Home: si tratta di uno jacquard a campo intero con un rapporto di cm 140 da cimossa a cimossa. Il disegno rivela una lettura moderna di un tema decorativo che rievoca decori Anni 70 e grazie alla finezza dell’interpretazione a cad presenta sfumature che valorizzano l’effetto d’insieme. Una proposta per l’imbottito e la decorazione in 81% cotone e 19% poliestere, caratterizzato da un peso di 449 grammi al metro lineare (foto 7).

Chiudiamo questo primo assaggio di novità 2020 dando uno sguardo alle creazioni di un grande produttore europeo, da sempre attivo nell’ambito della fibra naturale più raffinata e sofisticata, il lino. Stiamo parlando della belga Nelen&Delbeke che presenta due tessuti caratterizzati da pesi diversi ma entrambi importanti, orientati allo stesso uso per imbottito. Si tratta di due tessuti piani a lavorazione abbastanza “grossier” tale da esaltare la tridimensionalità del filato di lino. Da notare che l’impresa di Kruisem presenta per il prossimo anno tre aree di ricerca e proposta cromatica sul tessuto di lino: i colori della terra (dal naturale al ruggine, ai marroni della terra), i colori profondi e ricchi (come verde, blu scuro, oker, mattone), infine i colori vibranti come i viola e i turchesi. Le due proposte tessili nell’immagine (foto 8) sono un “Dark Green” del peso di 1100 grammi al metro lineare (altezza cm 140) e un “Faded Natural” da 940 grammi al metro lineare e 133 centimetri di altezza.