Tendenze, design e distribuzione

Nel tendaggio l'editore tessile è ancora il riferimento assoluto

La sfida è di quelle difficili. Tracciare un profilo, quanto più possibile veritiero dei vari anelli a valle della filiera produttiva del Tessile Arredamento e Tendaggio. Difficile ma stimolante. Diciamo quasi indispensabile, altrimenti verrebbero a mancare le fondamenta per avviare qualsiasi ragionamento su come potrebbe evolvere il futuro del comparto: per i clienti dell'industria, per i clienti dei clienti e, infine, anche per la percezione che il consumatore finale ha del tessuto da imbottito o della tenda. In un tenzone così complicato, cerchiamo un approccio un po' più dolce e quindi partiamo dal tendaggio, ovvero da quella sfera di prodotto che, nel mondo del tessile arredo, è più riconoscibile, in qualche modo tracciabile e percepibile dal consumatore finale quasi come prodotto finito, elemento a se stante, con un suo profilo e una sua personalità nell'economia dell'arredamento dell'ambiente. Intendiamoci, personalità che ha indubbiamente anche il tessuto ma che, lo analizzeremo più avanti, per quest'ultimo viene nascosta, quasi fugata dalla "prepotenza" dell'elemento mobile o di design. Cosa che invece per la tenda, filtro univoco della luce d'ambiente, e maggiore superficie disponibile in casa per la decorazione tessile, non avviene.

Partiamo dalle tende dunque, e per accompagnarci in questo primo giro conoscitivo abbiamo scelto Diego Vercellino, managing director di Sirio Tendaggio e presidente del Consorzio Tendaggio Italiano, uno dei soci fondatori e promotori di Proposte.

D. - La tenda, tra i tessili d'arredamento, è il prodotto che scende a valle della catena distributiva, fino al consumo finale, quasi immutata. Per questo i canali che la distribuiscono sono di più facile lettura, ma anche di comportamento più "spietato". Per esempio le grandi catene del "fai da te", con i loro importanti reparti di tendaggio, creano una bella confusione sul mercato. È d'accordo?

R. - Solo per la prima parte. È vero ciò che lei dice sul fatto che la tenda, fra i prodotti del tessile arredo, è quello più assimilabile al prodotto finito. Anche se poi l'intervento di chi suggerisce o crea coordinati - di solito editori tessili o interior designer - e poi di chi installa, ne mutano spesso e volentieri il profilo. Mentre non vedo assolutamente le catene del "fai da te" - ovviamente lei intende importatori - come concorrenti. Quel tipo di competizione avviene sulle fasce basse dell'offerta che non sono certo le nostre. Più che concorrenti, io le vedo come importanti occasioni. Come opportunità. Perché proprio le grandi catene di cui parliamo tendono, in particolar modo all'estero, in quei paesi dove si sono già evolute realtà più organizzate che in Italia, a orientare gli obiettivi verso target di consumo sempre più stratificati e ragionando sulle fasce più alte di queste, dati i volumi di cui parliamo, potrebbero ritagliarsi un ruolo importante nel panorama del arredo tessile per interni in futuro, saltando gli anelli intermedi della filiera. Ma anche se non li saltassero comunque si creerebbe mercato e, di conseguenza, opportunità appunto per noi produttori.

D. - Ok. Quindi comincia a chiarirsi il panorama complessivo. I classici editori tessili che la fanno ancora da padrone e poi la realtà di queste grandi superfici distributive. Lei ha accennato anche agli installatori, sono una realtà ancora importante?

R. - Sono una realtà in evoluzione. All'estero l'installatore è sempre più legato a una grande realtà distributiva - e torniamo alle grandi superfici, perché non è tutto "fai da te" quando si sale nei target di consumo - quindi magari è indipendente ma lavora per conto terzi. In Italia, invece, l'installatore è ancora sovente titolare di uno show-room di strada, quindi il classico artigiano/commerciante. Una figura ancora importante nel nostro mercato, ma credo con un futuro in declino. O meglio, in trasformazione: come all'estero sarà sempre più un esecutore che seguirà le indicazioni di un designer d'interni, di un interior decorator o di una grande superficie che fornisce entrambi i servizi. Non dimentichiamoci poi l'e-commerce. Credo che questo canale porterà notevoli sconquassi a breve anche nel nostro settore: sento parlare già ora di tantissimi campioni di tendaggio inviati a domicilio.

D. - In ogni caso, l'intermediario di tendenza, il mediatore tra idee della produzione e richieste del mercato, resta sempre l'editore tessile?

R. - Assolutamente sì, ed è per questo che rimane il nostro cliente di riferimento. Prenda a esempio la nostra azienda: gli editori tessili rappresentano l'80% del nostro business. Non prevedo grossi cambiamenti su questa struttura dei canali di clientela. Potranno variare un po' le percentuali, anche a seconda dei mercati a cui ci rivolgiamo, ma questo è il nostro panorama. Ma finora abbiamo parlato di residenziale, ciò che credo davvero che crescerà sarà il Contract. In quel mondo si giocano davvero grossi numeri e il rapporto fornitore/cliente potrebbe svilupparsi anche senza intermediari.

D. - Si può parlare di manifattura europea del tendaggio oppure solo in Italia è rimasta una forte realtà produttiva di comparto?

R. - Bisogna intenderci sul concetto di Europa. Se rimaniamo all'attuale composizione geografica allora faccio fatica a pensare ancora a un “Tendaggio Europeo”. Ci sono buone aziende in Spagna, Belgio, Francia, nel mondo caratterizzato e particolare della tenda tedesca, ma la verità è che la Turchia ha acquisito un ruolo molto importante per la capacità di rispondere alle richieste dei partner clienti. Noi Italiani siamo ancora i più creativi e geniali ma loro sono molto più strutturati in termini dimensionali e assai agguerriti.

D. - Un accenno al mercato globale. Dove funziona bene il tendaggio e dove potrebbe essere il futuro?

R. - Oggi i mercati sono di lettura relativamente semplice. I giochi si fanno in Europa, Regno Unito e Stati Uniti. La Russia sconta la situazione geopolitica e poi è un mercato comunque poco affidabile. La Cina rappresentava la speranza per tutti ma si è rivelata deludente e molto difficile da seguire. L'unica condizione possibile è quella di trovare un partner sul posto e presidiare quel mercato per lungo tempo. Restano Asia e Australia: mercati interessanti e con buone potenzialità, però lontani, complessi e molto costosi da affrontare. Ma ci dovremo arrivare. Per fortuna, più o meno in senso generale, posso affermare che ovunque si è capito che la battaglia sfrenata sul prezzo, su questa fascia di prodotto, alla fine non paga. È un atteggiamento che sta cambiando: qualsiasi sia il tuo mercato di riferimento, se vuoi fare editoria di livello alto, devi avere prodotti diversi, originali, creativi e difficilmente imitabili. Tutto ciò ha un costo.

D. - Ultima domanda. Si parla molto di sostenibilità. A inizio ottobre Sistema Moda Italia ha realizzato a Milano un convegno sul tema presentando iniziative importanti attive nel comparto cugino dell'abbigliamento. Crede che sia un argomento anche per la clientela del tendaggio?

R. - Ne sono assolutamente convinto. Nella mia esperienza i grossi editori cominciano a cercare collezioni che riportino garanzie e certificazioni in termini di sostenibilità, sia di prodotto, sia di processo. Sarà un argomento sempre più importante, fino a diventare una condizione indispensabile per operare su una determinata fascia di consumo e di sensibilità. Certamente è impegnativo e costoso per la manifattura, ma sono convinto sia indispensabile e anche in tempi piuttosto rapidi.

 


Tendenze, design e distribuzione

A colloquio coi designer: quale tessuto per quale ambiente

Il designer non è una figura mitica, un totem, una presenza da evocare. Eppure, nel mondo del tessile d'arredamento, spesso viene vissuto proprio così: una sorta di divinità capricciosa che non vuole tanto bene al tessuto, ama altre materie, potrebbe essere foriero di grandi successi se il tessile fosse (o tornasse a essere) fra i suoi favoriti, ma non è così. In ogni caso un'entità con la quale ci si deve fare i conti, ma non si sa tanto bene come prenderla. Scherziamo naturalmente, ma neanche tanto. La questione parte dal fatto che questa figura creativa è una sorta di entità mutaforma, soprattutto in Italia, che passa con apparente levità dalla creazione di un oggetto, alla progettazione di una collezione tessile, alla realizzazione di un arredamento d'interni o all'esterno di un palazzo. Insomma, designer, architetto, progettista d'interni, grafico...basta che si ragioni di forma e sostanza. Ora, nell'universo un po' squadrato e razionale della manifattura tessile diventa difficile rapportarsi con creativi del genere. Non che manchi, nel comparto, l'ingegno e l'inventiva sia chiaro, ma tale esercizio deve stare in qualche modo "dentro" il settore, emergere dal suo interno, invocando la necessità di una (reale, ne conveniamo) conoscenza tecnica, materica e di processo molto profonda. La domanda però sorge spontanea: quando Vico Magistretti progettò, nel 1960, il suo primo oggetto d'arredamento, la sedia Carimate per Cassina, non crediamo fosse un grande falegname. Perché allora da un designer si dovrebbe pretendere la conoscenza perfetta del funzionamento di un telaio jacquard? Il suo contributo creativo non può essere mediato e guidato da chi è esperto del processo produttivo in questione, esattamente come succede nell'abbigliamento, nel mobile o ovunque ci sia qualcosa di "tecnico" da conoscere?

Il discorso è molto complicato e merita ancora molta riflessione, però non si deve perdere l'occasione di avviare un dialogo, di capire le ragioni, i desideri e le necessità del mondo del design per cercare di avvicinarlo, di farlo essere più continguo alla sfera del tessile. Allora quale migliore occasione se non quella di raccogliere l'opinione di due giovani designer italiani che a Proposte si sono occupati dell'immagine e dell'allestimento nell'edizione 2019 e hanno così potuto vivere e respirare tessile come forse non avevano mai fatto? Stiamo parlando di Vittorio Turla e Gabriele Rigamonti che, con Carla Scorda, formano lo Studiocharlie, una delle più importanti realtà italiane del design (menzione d’onore al Compasso d’Oro nel 2004 per il carattere tipografico Csuni e Compasso d’Oro 2018 per il rubinetto Eclipse di Boffi) attiva anche nel mondo del tessile con collaborazioni con Il Lanificio Leo e Torri Lana, solo per citarne alcuni. Dalle risposte emergono, a nostro parere, reali e possibili opportunità, l'importante è non considerare più il designer come una specie di unicorno mitico.

D. - Andiamo subito al cuore dell'argomento: facendo sintesi dell'esperienza acquisita nell'ultima edizione di Proposte, quale tessuto per quale ambiente, dal punto di vi sta dello stile, domina - se, domina - la manifestazione?

R. - Per certi aspetti è facile rispondere - Vittorio Turla ha preso la parola - e per altri è difficile. Diciamo che la sensazione più immediata è quella che il tessuto d'arredamento risponda oggi soprattutto alle esigenze di ambienti classici, magari aggiornati e non necessariamente tradizionali, ma "classici" nella loro anima e impostazione. Questa inclinazione però non è assolutamente univoca, appare più come una risposta proporzionata alle richieste della clientela, del mercato. In sintesi non abbiamo avuto l'impressione che il comparto manifatturiero sia dormiente ma che, salvo rari casi, sia il settore in generale a richiedere questo al tessuto d'arredamento. Quindi facile indicare la classicità come campo di attività primaria per il tessuto d'arredamento ma molto, molto più difficile individuare le potenzialità innovative che il tessuto può portare come componente d'arredamento.

D. - Spiegatemi meglio: non si capisce fin dove il tessuto può arrivare a innovare, oppure come può sollecitare questo cambiamento...

R. - Tracce e segnali di come può mutare la fisionomia di un oggetto d'arredo, e di conseguenza l'insieme dell'ambiente stesso, che ne sono finché se ne vuole - è Gabriele Rigamonti a rispondere. - Del resto la semplice variazione del tessile in casa può mutare radicalmente l'impostazione estetica di tutto l'arredo. Il segnale più macroscopico e immediato è il colore: già solo con la forza di quest'ultimo si può mutare qualsiasi connotato ma anche, direi addirittura, un'impostazione generale di stile. Più difficili da rintracciare invece - perché ci vuole una certa preparazione nel campo - le componenti materiche e di lavorazione che possono rendere maggiormente protagonista il tessuto: abbiamo notato una maggiore diffusione del bouclé come metodo per dare evidenza alla lavorazione, al filato e in genere alla matericità del tessuto. Tutto ciò avviene senza urlare un decoro evidente o impegnativo, si rimane nel solco della semplicità minimale dell'unito o del falso unito, ma si da un maggior peso estetico alla copertura tessile. Diciamo quindi che la classicità è il territorio più evidente in cui si muove il tessuto, ma ci sono indicazioni valide per credere che, fuori da quel sicuro seminato, potrebbe cimentarsi senza problemi anche in progetti più rivoluzionari. Ci vuole più coraggio, da parte della manifattura e da parte del mercato. Diciamo che, da questo punto di vista, i designer potrebbero portare la giusta dose di freschezza e audacia.

D. - Vi siete riferiti finora solo al tessuto. Eppure la tenda è una componente fondamentale nell'economia dell'arredamento di un ambiente. Determina la luce che illumina ogni cosa e compone praticamente una sequenza di arazzi ripetuta in ogni stanza. Mi sembrate però lontani da questo oggetti tessili, li vedete a fatica. Sbaglio?

R. - No, purtroppo è corretto. È un concetto difficile da spiegare. Riconosco la sua importanza, ma ho la sensazione che come prodotto viva una personalità più definita, di più semplice lettura. Quindi più difficile da considerare in una fase progettuale, mentre decisamente più immediata da collocare nel perfezionamento finale dell'arredamento. La tenda non si fonde con altri elementi mobili, non ne deve seguire le forme. Il suo contributo è puramente estetico, molto poco materico, quindi il nostro intervento e la nostra sensibilità in quanto designer vengono sollecitati meno. Con questo non voglio assolutamente togliere peso e importanza alla tenda, anzi. Le riconosco tutto ciò che lei ha scritto, solo la considero in sfera d'intervento successiva al processo di aggregazione degli elementi di arredo.

D. - Quindi, schematizzando, potremo vedere dei designer lavorare sul tessuto ma difficilmente sul tendaggio?

R. - Non ho detto questo. Sono due tipologie d'intervento molto diverse: sul tessuto il designer svolge un ruolo creativo ma anche di sintesi tra diversi elementi e coniuga diverse materie tra loro, mentre nel tendaggio il suo ruolo sarebbe più estremo, o più a monte - nella progettazione stessa del tendaggio da un punto di vista decorativo - o più a valle intervenendo sugli accenti dell'arredamento d'ambiente quasi concluso. Ammetto poi che noi, come inclinazione culturale, siamo molto minimali nella nostra concezione e quindi sovente il tendaggio, se considerato, deve seguire questa tendenza estetica che potremmo definire "evanescente".

D. - Quindi, sintetizzo, vedete molto classico nell'oggi del tessuto, ma potrebbe giocare bene anche nel campo del futuribile secondo voi. Sembra quindi che, tutto sommato, la manifestazione vi ha permesso di farvi una precisa opinione del settore. Ma, in definitiva, cosa dovrebbe dare di più il comparto e l'esposizione a voi designer?

R. - Meno prodotti e più personalità - risponde sicuro Vittorio Turla. - Abbiamo visto stand con migliaia di tirelle che alla fine apparivano tutte uguali, ma abbiamo fatto fatica a conoscere le storie, le culture, i racconti delle varie aziende. Ecco manca un po' il racconto, non si lascia spazio all'immaginario e alla fascinazione aziendale quando invece, e lo sappiamo bene, dietro a ogni impresa tessile ci sono storie bellissime. La clientela già conosciuta sa perfettamente quali sono le caratteristiche di ogni fornitore, quindi non c'è bisogno di essere ridondanti nella presentazione delle novità, mentre la figura creativa o il profilo diverso di cliente che non ti conosce vuole essere, un in oceano quasi informe di tirelle, attratto e conquistato da una storia. Da questo punto di vista esiste una differenza radicale col mondo del mobile, dove la storia, la narrazione sono oggi fondamentali.


PROPOSTE 2019

CONSIDERAZIONI FINALI PROPOSTE 2019
Si è appena conclusa la ventisettesima edizione di Proposte con un incremento di presenze e soddisfazione da parte degli espositori. Altissima l’affluenza, soprattutto il primo giorno, degli operatori che hanno visitato la kermesse cernobbiese per scoprire le eccellenze del tessuto d’arredamento, tendaggio e passamaneria.
Si è registrato un aumento del 3,50% dei visitatori stranieri, che rappresentano oltre il 70% dei visitatori totali. Ci sono stati incrementi importanti da parte degli operatori provenienti da Gran Bretagna, Giappone, Russia, Paesi Bassi, Svizzera e Cina. Stabile la presenza dei clienti americani, in lieve calo quella italiana.

INCONTRO CON LA STAMPA
La mattina di martedì 16, in ufficio stampa, si è tenuta la conferenza in cui il Presidente di Proposte Mauro Cavelli, il Direttore Massimo Mosiello e il Direttore di ITA Italian Trade Agency Dott. Roberto Luongo, hanno incontrato giornalisti stranieri e italiani. Particolare interesse ha riscontrato la tematica dell’ecosostenibilità dei tessuti. La maggior parte delle aziende presenti a Villa Erba ha presentato nuovi prodotti “green”.

SERATA DI GALA
Martedì 16 si è tenuta la consueta serata di gala. Visto il successo riscontrato nella passata edizione, il format è rimasto il medesimo: una cena con sottofondo di musica swing e a seguire un dj set accompagnato da una installazione luminosa ideata da Olo Creative Farm, il tutto nella meravigliosa cornice dalla Villa Antica.

WOVEN STORIES
Grande successo per il progetto ideato da Studiocharlie per la ventisettesima edizione di Proposte. L’installazione, estesa in tutto il centro espositivo, ha raccontato l’unicità della storia del tessile d’arredamento attraverso la voce dei suoi protagonisti, gli espositori della fiera.

UN GRAZIE PARTICOLARE A ITA
Un ringraziamento speciale va all’agenzia ITA che, anche quest’anno, ha reso possibile la partecipazione di un’importante delegazione di 11 giornalisti stranieri provenienti da: Stati Uniti, Ucraina, Turchia, Germania, Russia, Spagna, Emirati Arabi, Ungheria, Giappone e Messico.


Studiocharlie per Proposte 2019 con il progetto Woven Stories

La Fiera, sempre alla ricerca di nuove collaborazioni con personalità legate al mondo del design, quest’anno ha deciso di lavorare con i designer italiani di Studiocharlie, che hanno ideato l’immagine di Proposte 2019 e cureranno l’allestimento dei padiglioni nei giorni di fiera. La scelta deriva dal fatto di voler portare un nuovo punto di vista sul prodotto tessile in un momento in cui sono in corso grandi trasformazioni nel modo di considerare il tessuto.

Studiocharlie è stato fondato nel 2002 da Gabriele Rigamonti, Carla Scorda e Vittorio Turla. Ha ricevuto nel 2004 la Menzione d’Onore al XX Compasso d’Oro ADI con il carattere tipografico Csuni. Disegna per: Atipico, Billiani 1911, Boffi, Bonacina 1889, De Padova, Designercarpets, Lanificio Leo, Lema, Made a Mano, Mipa, Nemo, Salvatori, e altre prestigiose aziende. Si occupa anche di progetti editoriali e culturali sul tema del design. Nel 2018 vince il Compasso d’Oro ADI con la famiglia di rubinetti Eclipse per Boffi.

“L’idea di chiedere a Studiocharlie di collaborare con Proposte nasce sia per la capacità dello studio di interfacciarsi approfonditamente con i materiali sia per la loro conoscenza del prodotto tessile maturata grazie a collaborazioni intercorse con aziende del settore – dice il Presidente Mauro Cavelli – e progettare la prossima edizione con uno studio di designer si pone inoltre l’obiettivo di sollecitare e proporre una visione dell'arredamento abitativo e professionale più globale e integrata, nella quale la centralità del tessuto e del tendaggio deve essere più evidente, assumendo un ruolo di primo piano anche nell'ambito del progetto di prodotti di design e d’interni”.
Studiocharlie, che si caratterizza per il metodo rigoroso e i concept di grande forza, racconterà a Proposte 2019 l’unicità della storia del tessile d’arredamento attraverso la voce dei suoi protagonisti, gli espositori della fiera, tramite un’installazione che occuperà il centro espositivo di Villa Erba. “Woven Stories”, storie tessute, sarà sia il titolo
dell’installazione sia della prossima edizione.

La collaborazione con Studiocharlie è oggi introdotta dalla presentazione della nuova pagina pubblicitaria, così spiegata da Vittorio Turla: "Ogni fiera è prima di tutto un punto di incontro, un luogo in cui i produttori e i clienti si incontrano, si conoscono e stringono relazioni commerciali che in alcuni casi diventano anche personali. La pagina pubblicitaria lavora in maniera astratta su questo concetto. Da un punto di vista grafico i colori e il carattere tipografico richiamano i toni e i materiali che useremo per l’allestimento. Abbiamo associato graficamente lo spazio fiera di Villa Erba e il concept dell’allestimento, ottenendo un insieme che richiama in modo raffinato la lettera P di Proposte."


PROPOSTE 2019 | LE DATE (VIDEO)

Il Consiglio di Amministrazione di Proposte Srl a seguito di un’attenta analisi ha stabilito che la ventisettesima edizione di Proposte, Anteprima Mondiale del Tessuto d’Arredamento e del Tendaggio, si svolgerà il 15, 16 e 17 aprile 2019. Rimane confermato il centro espositivo di Villa Erba a Cernobbio come sede della manifestazione.

“Preso in considerazione il calendario nazionale e internazionale delle varie festività civili e religiose”, dice il Presidente Mauro Cavelli, “la prossima edizione di Proposte sarebbe dovuta cadere a maggio inoltrato, periodo che abbiamo considerato troppo tardivo per il nostro mercato di riferimento. Per questo motivo abbiamo deciso di anticipare la manifestazione ad aprile, provando per quest'anno a inserirci in coda al Salone del Mobile: la domenica chiuderà la kermesse milanese e il lunedì si apriranno i cancelli di Villa Erba. L'idea di avvicinare le date ci auguriamo possa facilitare i visitatori stranieri che in breve tempo, e con un solo viaggio, avranno la possibilità di presenziare ad entrambe le manifestazioni”.

È importante sottolineare la modifica dei giorni della settimana in cui si svolgerà Proposte: quest'anno la Fiera avrà luogo da lunedì a mercoledì e non più da mercoledì a venerdì, come nelle ultime edizioni.
Rimangono invariati gli orari della manifestazione:
15 e 16 aprile ore: 9:00 – 18:00, 17 aprile ore 9:00-16:00.

 


Proposte 2018 | I video

TIME-LAPSE TEXTURES MATTER

PROPOSTE 2018 - VIDEO UFFICIALE


Proposte 2018 - Considerazioni Finali

75% di visitatori stranieri, il 5% in più dello scorso anno. Questo il dato simbolo della ventiseiesima edizione di Proposte, riprova del fatto che la Fiera si conferma leader a livello internazionale.
Si confermano ai primi posti le europee Gran Bretagna, Germania e Francia ma si sono registrati ulteriori rilevanti incrementi: 10% Stati Uniti, 27% Polonia e Giappone che ha registrato un aumento del 4%.


Proposte 2018 in collaborazione con l’Architetto Mario Bellini

La ventiseiesima edizione di Proposte, che si svolgerà il 2-3-4 maggio 2018 a Villa Erba Cernobbio, sarà caratterizzata da una collaborazione importante. Mario Bellini, architetto e designer pluripremiato di fama internazionale, in occasione di Proposte 2018, tornerà nel centro espositivo progettato da lui stesso nel 1987.
“Siamo molto contenti di intraprendere questa collaborazione con Mario Bellini”, dice il presidente Mauro Cavelli e spiega: “La decisione di coinvolgere l’Architetto nella preparazione della prossima edizione della Fiera è stata presa sia per la sua importanza nel mondo del design e dell’architettura sia per il suo legame con il complesso che ci ospita da ventisei anni”.
Lo studio Mario Bellini Architects sta già lavorando alla progettazione dell’allestimento che vestirà i padiglioni di Villa Erba durante i tre giorni di Fiera.  Una preview di questa istallazione sarà in parte visibile già entro fine anno nell’immagine pubblicitaria di Proposte 2018. A completamento del contributo artistico dell’Architetto verrà organizzata, nel 2018, anche una lecture durante la quale Bellini racconterà il progetto e la sua personale esperienza con il mondo del tessuto d’arredamento.
“Ho accettato questa collaborazione per sottolineare l’importanza dell’uso del tessuto nel design e nell’architettura, tema di cui non si parla mai abbastanza; ma è al contempo anche un’opportunità per tornare in una delle mie architetture più care” commenta Mario Bellini.
Mario Bellini è un architetto e designer noto in tutto il mondo. Ha ricevuto il Premio Compasso d'Oro otto volte e 25 delle sue opere sono nella collezione permanente del MoMA di New York, che gli ha dedicato una retrospettiva nel 1987. È stato direttore della rivista Domus (1985-1991). Ha progettato numerose mostre d’arte e di architettura sia in Italia, sia all'estero, l’ultima a Palazzo Reale con i capolavori di Giotto (2015). Dal 1980, si dedica prevalentemente all'architettura. Tra gli edifici progettati e realizzati figurano il Quartiere Portello di Fiera Milano, il Centro Espositivo e Congressuale di Villa Erba a Cernobbio (Como), il Tokyo Design Centre in Giappone, l’America Headquarters di Natuzzi negli Stati Uniti, la National Gallery of Victoria a Melbourne, gli Headquarters della Deutsche Bank a Francoforte, il Museo di Storia della Città di Bologna, l’edificio per il Dipartimento delle Arti Islamiche al Louvre di Parigi, e il nuovo Centro Congressi di Milano, il più grande d'Europa. I progetti attualmente in corso sono il nuovo Museo del Foro (Antiquarium 2014-2017) di Roma, l’Airterminal internazionale di Roma-Fiumicino (2014-2017), il Parco Scientifico e Tecnologico di Genova (2006-2017) e la "Generali Academy" di Trieste (2015-2017). Ha diversi progetti in fase di studio, tra i quali, la "Nuova Eco-City" di Zhenjiang in Cina (2013- 2018) e un grande complesso sportivo, culturale e residenziale nei Paesi del Golfo (2014-2022). Nel 2015 la Triennale di Milano gli ha assegnato la Medaglia d’oro alla carriera per l’Architettura e nel gennaio/marzo 2017 gli ha dedicato una grande mostra retrospettiva.

 

Mercoledì 2 maggio alle 17:30 si terrà in Villa Antica a Villa Erba la lecture Textures matter di Mario Bellini, durante la quale l'Architetto, oltre a spiegare l'idea del suo allestimento del padiglione Centrale del centro espositivo che caratterizzerà Proposte 2018, parlerà anche della sua personale esperienza con il tessuto d'arredamento.

Si prega di confermare la presenza a pressoffice@propostefair.it

 

 


Proposte 2018 - Le date

Si è conclusa da due mesi l’ultima edizione di Proposte, anteprima mondiale del Tessuto d’Arredamento e del Tendaggio, e , superato l’importante traguardo della venticinquesima edizione, si pensa all’organizzazione per la buona riuscita dell’edizione del 2018, la ventiseiesima.
Tenendo presente il calendario, le festività e le altre fiere internazionali, il Consiglio di Amministrazione di Proposte Srl, presieduto da Mauro Cavelli, ha deciso che la prossima edizione della Fiera si svolgerà da mercoledì 2 a venerdì 4 Maggio 2018 e si terrà, come sempre, nel moderno centro espositivo di Villa Erba a Cernobbio e nella suggestiva Villa Antica.
Come gli ultimi tre anni, ad affiancare la storica Fiera ci sarà, in sedi adiacenti, International Observatory, ormai appuntamento fisso unitamente a Proposte.
In attesa di conoscere gli espositori e le novità che caratterizzeranno Proposte 2018, continuate a rimanere connessi con la Fiera tramite i social network Facebook, Instagram e Twitter e il sito internet www.propostefair.it.